Se vuoi provarci, fallo fino in fondo: CLAUDIO RANIERI. Storia di un vincente

Stando ai bookmaker, da quando il Leicester ha vinto il campionato inglese dovremmo essere meno sprezzanti sulla probabilità di un’invasione degli alieni, della fine del mondo secondo la profezia Maya e di trovare Elvis Presley vivo, da qualche parte. Tutti eventi dati come assai più verosimili della vittoria di quella squadretta, che come massima aspirazione in centoquarant’anni di storia aveva avuto la salvezza dalla retrocessione. Invece le favole accadono. E questa porta impressa una firma.Di lui si diceva che fosse “fantastico a costruire le squadre con cui poi altri vincevano”; per lui Mourinho aveva coniato l’espressione tormentone “zero tituli”. Il nuovo eroe italiano d’oltremanica sembrava una promessa di riscatto per tutti gli eterni secondi. Ma chi è davvero Claudio Ranieri?È uno che nella sua carriera ha vinto e perso, come tutti, anzi lui ha più vinto che perso, ma finora pochi sembravano essersene accorti, forse perché gli mancava nel palmares lo scintillio dello scudetto o forse, come dicono i malevoli, perché in Italia si preferiscono gli allenatori tutti genio (presunto) e sregolatezza, le macchiette sufficientemente isteriche e preferibilmente omofobe che arringano i giocatori a suon di turpiloquio. Invece Claudio Ranieri è educato, ed è semplicemente un formidabile maestro. Nei ricordi di un suo giocatore, è “uno psicologo nato, che da ognuno di noi sapeva tirare fuori le motivazioni che vengono direttamente dal cuore. È lì che si marca la differenza: nei momenti di difficoltà. È quando sei distrutto che si capisce davvero cosa potrai dare. Noi a Ranieri avremmo dato la vita”. Malcom Pagani, che con Claudio Ranieri ha una lunga consuetudine, racconta questa storia attraverso le parole del suo protagonista e di chi lo conosce bene, fuori dallo ste-reotipo antico e dal mito recente, mostrandoci come “solo chi capisce poco di calcio può celebrare questa vittoria come l’improvviso miracolo capitato a un allenatore normale o giù di lì”.

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