Fili di Vetro: il Nero - la Pace
- Autore
- Indira Marcella Valdameri
- Pubblicazione
- 19/07/2016
- Categorie
Chiara, giovane e selvaggia, ama il mare e le distese immense dove l’acqua è senza sponde e lo sfondo sfuma all’infinito. Kai ha bisogno di radici e della terra dove le stagioni mutano il tempo ridisegnando l’orizzonte. Acqua e terra: elementi diversi che si plasmano danzando.
“È così l’amore? Compenetrarsi e fondersi?”, si chiede Kai accantonando per un attimo il pensiero dell’imminente morte.
“L’amore è, non può essere definito”, pensa Ugo ricordando un passato insieme a Lella, la sua musa che non c’è più. Fa freddo nella casa in cima alla collina, al computer fino a notte fonda dove scrive la storia di Chiara e di Kai. Ex professore di filosofia, è la prima volta che si cimenta in un romanzo e, concedendosi l’intimità fin lì negata, finalmente trova il coraggio di arrendersi alla propria vulnerabilità. Alla finestra fiori bianchi immacolati custodiscono il suo profondo senso di solitudine; partecipano alla visita di Cloe, venuta a Montemassi per raccogliere le sue memorie della ritirata di Russia, e sono spettatori del dialogo a distanza con la figlia minore impegnata in una regata atlantica in solitario.
A un primo sguardo, morte e solitudine paiono i temi del romanzo , ma in realtà sono la vita e l’amore sintetizzati qui in un’unica parola: la bellezza. Quella bellezza che cattura e ci smarrisce, come scrive la velista; che attorciglia le viscere costringendoci a tu per tu con l’anima, come sperimenta Kai; che Ugo vive con un senso di vertigine mentre trova la personale e autentica risposta al “conosci te stesso” di quel filosofo tanto amato.
La Maremma fa da sfondo alle due storie che si rincorrono e s’intrecciano in quattro capitoli - fuoco, aria, acqua e terra - dove il denominatore comune è la ricerca della pace interiore racchiusa nel “io sono”: uno dei sacri impulsi essenziali che l’autrice esplora in un progetto articolato in cinque romanzi, ognuno improntato su una qualità primaria dell’Essenza: il nero-la Pace, il verde-l’Amore, il rosso-la Forza, il bianco-la Volontà e il giallo-la Gioia.
Fili di Vetro - il Nero, la Pace, è il primo della serie ed è anche il suo romanzo di esordio.
Intenso, profondo, a volte pungente. Travolgente, eccitante e caldo, di terra. Non lo molli fino alla fine. Scrittura sciolta, efficace e intrigante di chi, al primo esordio rivela già di saperci fare accompagnandoti in un escalation di emozioni e di forti sensazioni.
Lina Cocco, scrittrice, ex assessore culturale di Schio
Fili di Vetro è un romanzo, che avvolge il lettore nel dipanarsi della trama scolpendone la mente in nitide immagini dei personaggi.
Ma è contemporaneamente, nella sostanza, quasi un saggio, che ha il pregio di condensare, divulgare e rendere più comprensibile la visione del Diamond Approach di Almaas.
Come bibliotecaria ne ho apprezzato lo stile pulito, essenziale, quasi fotografico. Come ricercatrice e counselor ho fatto tesoro delle riflessioni contenute nel libro.
Adriana Moretto, bibliotecaria e counselor olistico
Fili di Vetro parla di amore, paura, dolore. Una storia dentro un’altra storia, entrambe cariche di sentimenti intimi che molti di noi fanno fatica a riconoscere, oppure talmente intimi da non riuscire a parlarne.
È un romanzo vero, di quelli che piacciono a me, da leggere tutto d’un fiato.
Maria Rosa Argenton, educatrice
“È così l’amore? Compenetrarsi e fondersi?”, si chiede Kai accantonando per un attimo il pensiero dell’imminente morte.
“L’amore è, non può essere definito”, pensa Ugo ricordando un passato insieme a Lella, la sua musa che non c’è più. Fa freddo nella casa in cima alla collina, al computer fino a notte fonda dove scrive la storia di Chiara e di Kai. Ex professore di filosofia, è la prima volta che si cimenta in un romanzo e, concedendosi l’intimità fin lì negata, finalmente trova il coraggio di arrendersi alla propria vulnerabilità. Alla finestra fiori bianchi immacolati custodiscono il suo profondo senso di solitudine; partecipano alla visita di Cloe, venuta a Montemassi per raccogliere le sue memorie della ritirata di Russia, e sono spettatori del dialogo a distanza con la figlia minore impegnata in una regata atlantica in solitario.
A un primo sguardo, morte e solitudine paiono i temi del romanzo , ma in realtà sono la vita e l’amore sintetizzati qui in un’unica parola: la bellezza. Quella bellezza che cattura e ci smarrisce, come scrive la velista; che attorciglia le viscere costringendoci a tu per tu con l’anima, come sperimenta Kai; che Ugo vive con un senso di vertigine mentre trova la personale e autentica risposta al “conosci te stesso” di quel filosofo tanto amato.
La Maremma fa da sfondo alle due storie che si rincorrono e s’intrecciano in quattro capitoli - fuoco, aria, acqua e terra - dove il denominatore comune è la ricerca della pace interiore racchiusa nel “io sono”: uno dei sacri impulsi essenziali che l’autrice esplora in un progetto articolato in cinque romanzi, ognuno improntato su una qualità primaria dell’Essenza: il nero-la Pace, il verde-l’Amore, il rosso-la Forza, il bianco-la Volontà e il giallo-la Gioia.
Fili di Vetro - il Nero, la Pace, è il primo della serie ed è anche il suo romanzo di esordio.
Intenso, profondo, a volte pungente. Travolgente, eccitante e caldo, di terra. Non lo molli fino alla fine. Scrittura sciolta, efficace e intrigante di chi, al primo esordio rivela già di saperci fare accompagnandoti in un escalation di emozioni e di forti sensazioni.
Lina Cocco, scrittrice, ex assessore culturale di Schio
Fili di Vetro è un romanzo, che avvolge il lettore nel dipanarsi della trama scolpendone la mente in nitide immagini dei personaggi.
Ma è contemporaneamente, nella sostanza, quasi un saggio, che ha il pregio di condensare, divulgare e rendere più comprensibile la visione del Diamond Approach di Almaas.
Come bibliotecaria ne ho apprezzato lo stile pulito, essenziale, quasi fotografico. Come ricercatrice e counselor ho fatto tesoro delle riflessioni contenute nel libro.
Adriana Moretto, bibliotecaria e counselor olistico
Fili di Vetro parla di amore, paura, dolore. Una storia dentro un’altra storia, entrambe cariche di sentimenti intimi che molti di noi fanno fatica a riconoscere, oppure talmente intimi da non riuscire a parlarne.
È un romanzo vero, di quelli che piacciono a me, da leggere tutto d’un fiato.
Maria Rosa Argenton, educatrice
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