Sarò io che sono strano

Luca Strano torna a far parlare di sé. Dopo lo strepitoso successo della prima raccolta di racconti (ben 5 copie vendute, 4 delle quali acquistate dal protagonista), eccolo di nuovo alle prese con ciò che gli riesce meglio: creare dal nulla problemi inesistenti, per il solo gusto di risolverli a colpi di soluzioni sbagliate e trovarsi inevitabilmente coinvolto in situazioni improbabili e grottesche. Si vanta di essere riuscito a trasformare il suo talento naturale in un mestiere: fa “l’errorista” di professione e il pubblicitario per diletto. È un artista dell’imprevisto e un fine decisionista: quando si tratta di fare le scelte sbagliate al momento giusto o le scelte giuste al momento sbagliato non si tira indietro. Madre natura lo ha dotato di una filosofica ironia: l’unica arma che possiede per ridere di sé, delle convenzioni, dei fallimenti e di chi si prende troppo sul serio. Può parlare di fisica e di supplì con la stessa disinvoltura, confondendo abilmente l’una con l’altro. È l’uomo che ogni donna non vorrebbe mai avere a fianco, a parte Daniela.

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Luca Strano è più di un personaggio, è un “anti privativo” letterario. Anti perché è contro a prescindere, privativo perché rappresenta la negazione vivente della ragione. Grazie a lui, la catena evolutiva ha iniziato un percorso di involuzione attraverso un nuovo e inquietante anello: l’Homo stranus. Chi è l’Homo stranus? È un antiprofeta che riesce a sbagliare puntualmente ...