Spesso sono felice

Può una donna decidere di cambiare vita a settant’anni? Secondo Ellinor, sì. Anche se ha sempre lasciato che fossero le circostanze a scegliere per lei, appena rimasta vedova abbandona gli agi dei sobborghi di lusso per tornare nel quartiere operaio del centro di Copenaghen dove ha trascorso l’infanzia e l’adolescenza. Il quartiere è cambiato: adesso ci sono le prostitute, i pusher e gli hipster, ma a lei non importa, le importa solo che dalle finestre della sua nuova casa si veda il portone di quella in cui ha vissuto da bambina.
In una lunga lettera alla sua migliore amica, morta tanti anni prima, fa il bilancio della propria vita, segnata da inganni e tradimenti, da dolori e lutti, e da un grande, terribile segreto.
Con una scrittura incisiva ed elegante Jens Christian Grøndahl scava nel profondo dell’animo femminile restituendoci, attraverso l’appassionante ritratto di una donna fuori dagli schemi, un affresco della borghesia danese.

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Mangialibri

Spesso sono feliceMangialibri

Un giorno il marito di Ellinor – Georg – si accascia sotto la doccia e muore. Lei non ci pensa due volte: vende la grande e bella villa dove abitavano insieme e compra un appartamentino in una delle vie più degradate e squallide di Copenaghen. A 70 anni suonati, Ellinor decide di ritornare a vivere nella via dove è cresciuta, la via che le ricorda da dove viene. A dire il vero Leggi tutta la recensione

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