Al di qua e al di la'
- Autore
- Patrizia Chini
- Editore
- Cavinato Editore
- Pubblicazione
- 10/01/2017
- Categorie
Raccolta di racconti divisi in una prima e una seconda parte, l’Al di qua e al di là del titolo.
L’ambiente, reale o fantastico, in cui si muovono i personaggi e il comportamento e i sentimenti dei protagonisti dei racconti, sono le variabili che ne definiscono caratteristiche e genere.
I nove racconti della prima parte, di genere fantastico, a volte trasportano il lettore in ambienti celestiali dove gli angeli sono vestiti di rosa e di azzurro, dove si narrano vicende meravigliose che emozionano per la loro lieve essenza poetica. Racconti dove i ricordi della vita terrena rinsaldano i rapporti tra il mondo dei più e noi, esseri ancora viventi. Emozioni e sogni che riscaldano e danno colore ai giorni dell’uomo.
Nei racconti,” Machina”, “Il gabbiano di Piero” e “Giacomo perdigiorno”, il protagonista è un animale che vive i sentimenti dell’uomo come l’amore, l’amicizia, i rapporti parentali e agisce di conseguenza con passione e determinazione. In “Un odore acre”, ne “ La diga” persone del tutto normali si trovano improvvisamente in luoghi o situazioni assurde, incredibili dove s’incontrano con le anime dei defunti e con le quali conversano e discutono. Anche nel racconto “Azzurra” l’inconsolabile dolore per la morte in culla di una bimba viene, se non superato, quantro meno alleviato, dalla incredibile richiesta di quell’anima pura. “Vita da tartaruga” ci porta in un al di là burocratizzato come il mondo dei vivi dove vige e viene usata una prassi riprovevole che ingiustamente colpisce il debole o meglio colui che non se ne avvale: la raccomandazione.
“Mio padre” è un racconto autobiografico che ci catapulta nell’esotico oriente e ci fa conoscere animismo e metempsicosi “peregrinazione dell’anima in una sorta di purificazione necessaria per affrancarsi dalla materia”. Della superstizione, ma anche dell’attaccamento alla propria terra e alle proprie tradizioni, si parla in “Rocca Gucciarda” e ne “L’amica”.
La seconda parte conta sei racconti che narrano fatti di normale quotidianietà.
I problemi di coppia, narrati nel loro progressivo evolvere fino alla drammatica conclusione sono trama e ordito nel tessuto del racconto “Luisa e Salvo”. Tempi remoti e povertà sono lo sfondo dove si muovono e recitano i personaggi del racconto “Ancora corre”.
La scuola di una volta emerge nel racconto “Questo dura cent’anni”, con i suoi suoni e i suoi odori, realtà obsoleta che si vorrebbe mantenere attuale ma che non può sopravvivere all’avanzare del progresso tecnologico.
“La stella di Maria” narra il percorso di un cuore che soffre in modo indicibile ma che, con il sostegno e l’azione taumaturgica del sentimento dell’amicizia, risana le proprie ferite.
Un adolescente che affronta la paura... tenendo testa a un lupo come in un rito d’iniziazione è l’argomento dell’ultimo racconto “Ice cream”.
Fascia di età: per tutti coloro che abbiano compiuto quattordici anni.
Si rivolge a un pubblico in grado di cogliere messaggi positivi anche in contesti scabrosi.
L’ambiente, reale o fantastico, in cui si muovono i personaggi e il comportamento e i sentimenti dei protagonisti dei racconti, sono le variabili che ne definiscono caratteristiche e genere.
I nove racconti della prima parte, di genere fantastico, a volte trasportano il lettore in ambienti celestiali dove gli angeli sono vestiti di rosa e di azzurro, dove si narrano vicende meravigliose che emozionano per la loro lieve essenza poetica. Racconti dove i ricordi della vita terrena rinsaldano i rapporti tra il mondo dei più e noi, esseri ancora viventi. Emozioni e sogni che riscaldano e danno colore ai giorni dell’uomo.
Nei racconti,” Machina”, “Il gabbiano di Piero” e “Giacomo perdigiorno”, il protagonista è un animale che vive i sentimenti dell’uomo come l’amore, l’amicizia, i rapporti parentali e agisce di conseguenza con passione e determinazione. In “Un odore acre”, ne “ La diga” persone del tutto normali si trovano improvvisamente in luoghi o situazioni assurde, incredibili dove s’incontrano con le anime dei defunti e con le quali conversano e discutono. Anche nel racconto “Azzurra” l’inconsolabile dolore per la morte in culla di una bimba viene, se non superato, quantro meno alleviato, dalla incredibile richiesta di quell’anima pura. “Vita da tartaruga” ci porta in un al di là burocratizzato come il mondo dei vivi dove vige e viene usata una prassi riprovevole che ingiustamente colpisce il debole o meglio colui che non se ne avvale: la raccomandazione.
“Mio padre” è un racconto autobiografico che ci catapulta nell’esotico oriente e ci fa conoscere animismo e metempsicosi “peregrinazione dell’anima in una sorta di purificazione necessaria per affrancarsi dalla materia”. Della superstizione, ma anche dell’attaccamento alla propria terra e alle proprie tradizioni, si parla in “Rocca Gucciarda” e ne “L’amica”.
La seconda parte conta sei racconti che narrano fatti di normale quotidianietà.
I problemi di coppia, narrati nel loro progressivo evolvere fino alla drammatica conclusione sono trama e ordito nel tessuto del racconto “Luisa e Salvo”. Tempi remoti e povertà sono lo sfondo dove si muovono e recitano i personaggi del racconto “Ancora corre”.
La scuola di una volta emerge nel racconto “Questo dura cent’anni”, con i suoi suoni e i suoi odori, realtà obsoleta che si vorrebbe mantenere attuale ma che non può sopravvivere all’avanzare del progresso tecnologico.
“La stella di Maria” narra il percorso di un cuore che soffre in modo indicibile ma che, con il sostegno e l’azione taumaturgica del sentimento dell’amicizia, risana le proprie ferite.
Un adolescente che affronta la paura... tenendo testa a un lupo come in un rito d’iniziazione è l’argomento dell’ultimo racconto “Ice cream”.
Fascia di età: per tutti coloro che abbiano compiuto quattordici anni.
Si rivolge a un pubblico in grado di cogliere messaggi positivi anche in contesti scabrosi.
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