Io Vincenzo Peruggia da Dumenza ho rubato la Gioconda e per 28 mesi l'ho tenuta tutta per me. Chi mai è stato più felice?

l 22 agosto 1911, un martedì, una notizia sconvolgente percorse rapidamente la Francia ed il mondo intero: mani ignote, quanto abili erano riuscite a trafugare dal salone Carré del Louvre la Gioconda di Leonardo da Vinci. Mentre direzione del Museo e polizia iniziavano febbrili indagini, testimonianze a caldo venivano ricomponendo i possibili tasselli di quell’avvenimento già classificato come il furto del secolo. Di sicuro, la domenica precedente, il 20 agosto, l’ineffabile sorriso di Monna Lisa era al suo posto, tra un Tiziano ed un Correggio. Al solito una gran folla di visitatori si era soffermata ad osservarla, anche perché incuriosita dalla decisione, abbastanza recente, di proteggere il dipinto con un vetro. I custodi addetti alla chiusura delle sale e del museo non avevano rilevato nulla di insolito o di anormale. Questo sembrava un punto assodato: il furto doveva essere avvenuto nello spazio di tempo che andava dalla sera di domenica sino al mattino di martedì. Di lunedì infatti il museo era chiuso rigidamente al pubblico.

A cento anni dal più celebre furto d'arte della storia, questo libro ripercorre con documenti originali e immagini, le tappe del furto e del successivo processo nei confronti di Vincenzo Peruggia, “pittore di stanze” che nell'agosto 1911 trafugò dal Louvre il celeberrimo dipinto e lo tenne nascosto per tre anni.

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