Il poeta delle fate: Vita di William Butler Yeats (Primo capitolo)

La corsa di Adam si interruppe ormai a pochi passi dalla contea di Sligo, non avrebbe mai creduto che ce l’avrebbe fatta anche perché sua madre, si raccomandò di portare l’imminente notizia al nonno di William prima del calare del sole.
Il freddo pungente e il vento sferzante misero a dura prova il ragazzo ormai stanco e provato dal lungo viaggio: la neve cominciò a coprire gran parte delle pianure con le venne delle poche colline che incontrò lungo la strada, che si fecero strada lungo la coltre di neve.
Il suo fiato affannoso creava tetre nuvole di vapore che si disperdevano nell’aria ma il suo umore, nonostante le traversie, era al settimo cielo poiché dopo tanti anni avrebbe rivisto il suo vecchio maestro di pittura.
Le cime degli abeti ondulavano sotto il vento riversando cumuli di neve sul terreno, la maggior parte della vegetazione lungo il tragitto era ormai sommersa sotto un manto soffice candido ma ormai, Adam intravide in lontananza il monte Bel Bulben che gli donò alla vista e al cuore un’immensa gioia.
Si sollevò dal terreno ancora con il fiatone e fece un ultimo sforzo per giungere dove sin dalla mattina di quella movimentata giornata, dove avrebbe sperato. Dopo alcuni passi attraversò uno steccato di lego che proteggeva un cottage immerso nella neve e con una flebile luce che illuminava una finestrella semiaperta. La sua corsa terminò davanti alla porta di casa e si fermò per riprendere fiato, il suo sguardo si posò sul panorama intorno e sul suo viso, si riaccese la speranza di una notizia che avrebbe reso felice colui che sperò fosse all’interno della piccola costruzione.
Adam si gonfiò il petto e aprì istintivamente la porta seguito da un tremendo cigolio.
Duncan era seduto sulla sua sedia di fronte a un dipinto che stava terminando e il suo sguardo, si posò su Adam. Il pennello era ancora stretto tra le mani e la sua espressione era piuttosto sorpresa. Adam a carponi e ancora con il petto che si gonfiava come un mantice, si avvicinò al pittore e alzò il capo sorridendo:
«E nato!»

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