È giusto obbedire alla notte

Un'avventura di dolore e rinascita nel cuore mitologico e moderno di una Roma sconosciuta.
L'atteso ritorno al romanzo di uno dei più talentuosi scrittori della sua generazione.


Hanno scritto di Matteo Nucci:

«Matteo Nucci ci sa fare.»
Irene Bignardi, Vanity Fair

«Un narratore dal polso sicuro.»
Renato Minore, Il Messaggero

Ai margini della Roma che tutti conosciamo, dove il Tevere crea un’ampia ansa prima di correre verso il mare, vivono uomini e donne che sembrano essersi incontrati solo grazie alle rispettive necessità. Fra baracche e chiatte, uniti dalla gestione di una trattoria improvvisata, mentre si alternano in piccoli lavori nei campi e nella guida dei turisti cittadini attratti dai loro lavori arcaici, essi hanno formato una comunità fuori dal tempo e dal mondo in cui oggi siamo abituati a vivere. Già da qualche anno, hanno accolto un uomo in fuga. Lo chiamano tutti «il dottore», perché sembra venuto a offrire le sue cure a chi vive lì. Ma hanno anche intuito che quest’uomo, di quasi cinquant’anni, in realtà si è ritrovato fra loro per curare sé stesso. Qual è il suo passato? Quale il dolore che lo ha strappato alla sua casa? Mentre il respiro del fiume scandisce il tempo della lettura, veniamo attratti nella storia della sua vita, di sua moglie Anna e di sua figlia Teresa, delle sue perdite, del suo coraggio, del suo terrore. Accompagnati da racconti di nutrie, di cani, di animali fiabeschi, dai ritmi della natura che si approfondiscono nel cuore della città, conosceremo tutto di questo indimenticabile personaggio, antico e moderno assieme, e apprenderemo di nuovo come solo il dolore possa spingere l’essere umano alla rinascita. Una rinascita che passa per le mani di donne, e attraversa una notte cui è giusto obbedire.

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Mangialibri

È giusto obbedire alla notteMangialibri

Un’alba di novembre a Roma. La barca solca in silenzio le acque limacciose e ancora buie del Tevere, il motore è stato spento poco fa. La piccola imbarcazione la guidano due esperti fiumaroli, Giulio e Cesare, che stanno accompagnando dei tizi – tali Lorenzo e Marco, hanno pagato bene e sono un po’ emozionati ma non lo vogliono far vedere – a pesca di anguille. Il cielo ormai Leggi tutta la recensione

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