Una trilogia palestinese
- Autore
- Mahmud Darwish
- Editore
- Feltrinelli Editore
- Pubblicazione
- 09/02/2017
- Categorie
“Il più grande poeta del mondo” José Saramago
“Se il nostro mondo fosse un po’ più sensibile e intelligente, più attento alla grandiosità quasi sublime di alcune delle vite che vi si generano, il nome di Mahmud Darwish sarebbe oggi altrettanto conosciuto e ammirato di quanto lo è stato, in vita, quello di Pablo Neruda.” Così dichiarò il grande scrittore portoghese José Saramago. Ed ecco la prima raccolta dei testi in prosa più significativi di uno dei più importanti poeti del Novecento. Dice Elias Sanbar: “Darwish non era ambasciatore del suo paese ma un poeta slegato dalla nazionalità e dal passaporto. Certamente la Palestina era il suo humus, la terra dove affondava le radici: la sua flora e la sua fauna, la sua musica e le sue nuvole; ma tutto questo non doveva essere il suo limite”. Diario di ordinaria tristezza (1973) ripercorre il tempo che precede la scelta dell’esilio – gli arresti domiciliari, gli interrogatori degli ufficiali israeliani, il carcere – e chiude la fase più drasticamente militante del poeta. Memoria per l’oblio (1987) evoca l’invasione israeliana di Beirut nell’agosto del 1982. In presenza d’assenza (2006) è una riflessione sull’esperienza poetica e sulla lingua. Una sorta di testamento, che coincide con l’addio dello struggente poema Il giocatore d’azzardo (2009), che chiude questo volume.
“Se il nostro mondo fosse un po’ più sensibile e intelligente, più attento alla grandiosità quasi sublime di alcune delle vite che vi si generano, il nome di Mahmud Darwish sarebbe oggi altrettanto conosciuto e ammirato di quanto lo è stato, in vita, quello di Pablo Neruda.” Così dichiarò il grande scrittore portoghese José Saramago. Ed ecco la prima raccolta dei testi in prosa più significativi di uno dei più importanti poeti del Novecento. Dice Elias Sanbar: “Darwish non era ambasciatore del suo paese ma un poeta slegato dalla nazionalità e dal passaporto. Certamente la Palestina era il suo humus, la terra dove affondava le radici: la sua flora e la sua fauna, la sua musica e le sue nuvole; ma tutto questo non doveva essere il suo limite”. Diario di ordinaria tristezza (1973) ripercorre il tempo che precede la scelta dell’esilio – gli arresti domiciliari, gli interrogatori degli ufficiali israeliani, il carcere – e chiude la fase più drasticamente militante del poeta. Memoria per l’oblio (1987) evoca l’invasione israeliana di Beirut nell’agosto del 1982. In presenza d’assenza (2006) è una riflessione sull’esperienza poetica e sulla lingua. Una sorta di testamento, che coincide con l’addio dello struggente poema Il giocatore d’azzardo (2009), che chiude questo volume.
Condividi questo libro
Recensioni e articoli
Non ci sono ancora recensioni o articoli