Una infanzia siberiana
- Autore
- Clara Strada Janovic
- Editore
- Marsilio
- Pubblicazione
- 16/03/2017
- Valutazione
- 1
- Categorie
La Russia che vive in questo libro singolare e inatteso è quella dell’estremo oriente siberiano, una Russia sconosciuta, mai entrata nella letteratura. Se questo è lo spazio sconfinato del libro, il tempo della sua narrazione non è meno ricco di interesse: gli anni cupi e clamorosi del trionfo del potere staliniano. In questo spazio-tempo, tra popolazioni autoctone di varie etnie (tungusi, ghiliaki, nanai), contadini deportati
dopo la collettivizzazione delle campagne (i kulaki) e un variopinto campionario di nazionalità (coreani, cinesi, tatari, polacchi), nella comunità russa cresce una bambina dotata di una sensibilità che le permette di cogliere non solo i dettagli, ma l’anima stessa della realtà che la circonda, e di una capacità di trarre dall’aspra esperienza quotidiana l’energia di sviluppo della sua personalità. La sua infanzia e adolescenza si svolgono tra natura e storia: la natura è quella selvatica della taiga siberiana, nel cui mondo severo eppure fascinoso essa è immersa come una sua parte, e la storia è quella che si va facendo lontano, a Mosca, e i suoi echi arrivano drammaticamente fino a quello sperduto villaggio in terra asiatica. Oltre alla visione analitica, quasi da naturalista, del regno vegetale e animale, e alla sottigliezza con cui sono percepiti i segni del regime politico del paese, affascina nel libro la sequela di destini umani che di volta in volta entrano nella narrazione. La miniera d’oro, in cui suo padre lavora e vive con la famiglia, diventa un punto eccentrico rivelatore di una immensa realtà. In una appendice di Una infanzia siberiana lo scenario muta radicalmente, diventa italiano e l’autrice racconta gli straordinari incontri con personaggi come Palmiro Togliatti e Karol Wojtyla e letterati come Sergio Solmi e Franco Fortini, oltre che con uno scrittore sovietico “stalinista”, autore di un romanzo che fece scandalo e del quale anch’essa è protagonista.
dopo la collettivizzazione delle campagne (i kulaki) e un variopinto campionario di nazionalità (coreani, cinesi, tatari, polacchi), nella comunità russa cresce una bambina dotata di una sensibilità che le permette di cogliere non solo i dettagli, ma l’anima stessa della realtà che la circonda, e di una capacità di trarre dall’aspra esperienza quotidiana l’energia di sviluppo della sua personalità. La sua infanzia e adolescenza si svolgono tra natura e storia: la natura è quella selvatica della taiga siberiana, nel cui mondo severo eppure fascinoso essa è immersa come una sua parte, e la storia è quella che si va facendo lontano, a Mosca, e i suoi echi arrivano drammaticamente fino a quello sperduto villaggio in terra asiatica. Oltre alla visione analitica, quasi da naturalista, del regno vegetale e animale, e alla sottigliezza con cui sono percepiti i segni del regime politico del paese, affascina nel libro la sequela di destini umani che di volta in volta entrano nella narrazione. La miniera d’oro, in cui suo padre lavora e vive con la famiglia, diventa un punto eccentrico rivelatore di una immensa realtà. In una appendice di Una infanzia siberiana lo scenario muta radicalmente, diventa italiano e l’autrice racconta gli straordinari incontri con personaggi come Palmiro Togliatti e Karol Wojtyla e letterati come Sergio Solmi e Franco Fortini, oltre che con uno scrittore sovietico “stalinista”, autore di un romanzo che fece scandalo e del quale anch’essa è protagonista.
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Recensioni e articoli
Una infanzia siberiana — Mangialibri
Clara cresce in Siberia. Sette fusi orari da Mosca. Una bella distanza. Lì, in quel gelo lontano lontano, la prosperità di Mosca è un miraggio, resta un sogno da cullare per continuare ad alimentare il mito di una Rivoluzione perfettamente riuscita. Lì, tutto il buono arriva come una eco distante che si infrange e scivola sulle strade coperte da spesse lastre di ghiaccio. Ma Leggi tutta la recensione
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