Il piacere di raccontare: Pavese dentro il fantastico postmoderno

In questo studio si fa una lettura del fantastico nella produzione di
Pavese. I suoi miti sono l’anima di un fantastico originale che interpreta la realtà contemporanea, come le angosce e le crisi dell’uomo appartato. Si ha a che fare con un fantastico che spazia verso nuovi orizzonti affabulatori, grazie alla poetica postmoderna della riscrittura. Una poetica sorretta da innovativi mezzi espressivi, efficaci ad illuminare mitologie antiche, contemporanee, personali, una rete di enigmi umani e sovrumani, una foresta di simboli. Pavese è uno scrittore volto a cogliere i fili incongruenti, ambigui e misteriosi che esistono tra le cose, per cui il rapporto fantastico delle immagini è l’argomento stesso della sua rappresentazione, è il cuore del racconto. Lo sperimentalismo con i meccanismi del fantastico dà adito anche ai motivi della referenzialità e della metaletterarietà; porta avanti un racconto intricante in cui non manca neanche il segmento del barocchismo; crea una poesia diversa da quella dell’ermetismo che impera nei tempi di Pavese.

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