IL ROMANZO DI ALERAMO
- Autore
- LILIANA ANGELA ANGELERI
- Pubblicazione
- 28/02/2017
- Categorie
STORIA DI ALERAMO, AVVENTURA ROMANTICO-CAVALLERESCA.
Abile cavaliere e dignitario imperiale, e astuto diplomatico,
Aleramo entrò nel mito per l'aspetto magnifico, le doti innate
e la sua leggendaria cavalcata.
Nel sec. X, senza terre e titoli nobiliari, fu primo marchese del Monferrato
e riuscì a sposare ben due figlie di re e una di imperatore.
HISTORICAL
BACKGROUND
Aleramo, il primo Marchese del
Monferrato, è un personaggio realmente
vissuto nel sec. X.
Si narra che nel secondo giorno della
leggendaria cavalcata il suo cavallo perse un ferro.
Per ribatterlo, non trovando altro,
adoperò un mattone che nel dialetto
locale è detto “Mun”, il cavallo
ferrato “Frrha” da lì il nome
“Munfrrha”, da cui Monferrato.
Secolo X. Fantasy, cavalleresco. Aleramo, il primo marchese del Monferrato, è un personaggio realmente vissuto, la cui nascita è avvolta nella leggenda. Sua madre non riesce ad avere figli, formula il voto di pellegrinaggio a Roma. Iniziata la gravidanza, è colta dalle doglie a Sezzadio. Il bimbo è battezzato con il nome di Aleramo. I genitori affidano il neonato ad una balia e proseguono il pellegrinaggio. Non lo rivedono più. Aleramo, divenuto cavaliere dell'imperatore germanico Ottone I, s'innamora, contraccambiato, della bellissima figlia, Alasia. L'imperatore si oppone alle loro nozze e i due innamorati sono costretti a fuggire. Dopo la precoce morte d'Alasia, Aleramo si sposa altre due volte. Il marchese riesce a fermare le scorrerie dei Saraceni. Le sue doti diplomatiche sono apprezzate dall'imperatrice Adelaide che lo vuole Grande Dignitario Imperiale e favorisce la sua nomina a marchese del Comitato di Acqui, di Savona, di Asti, di Monferrato, di Torino, di Vercelli, di Parma, di Cremona e di Bergamo.
PROFUMO DI LEGGENDA, RACCONTO TRA PRESENTE E PASSATO
Viaggio surreale di un gruppo di persone che desiderano visitare i luoghi che hanno dato i natali e le fortune ad Aleramo, primo marchese del Monferrato.
Sulle orme della cavalcata aleramica si trovano bellezze artistiche e realtà economiche, con un corpo astrale che appare e scompare.
Ilaria e la figlia Chiara partecipano a una gara non competitiva che ripercorre le orme della leggendaria cavalcata Aleramica. L'equipaggio dell'auto che riporta alla giuria l'oggetto più bello e originale, acquistato durante il percorso che deve durare tre giorni, è premiato con una targa commemorativa. Lungo la strada che porta a Acqui Terme Ilaria vede un cavaliere medievale che galoppa sul sentiero che costeggia la strada, però Chiara non lo vede. Ilaria è sconcertata. Il cavaliere è visto anche da una pittrice che sul lungomare ha appena terminato di dipingere la tela che Ilaria decide di acquistare perché spera di vincere la targa. Chiara continua a non vedere il cavaliere. Lo vede, però, il giorno seguente quando il cavallo perde il ferro e il cavaliere lo ritrova e glielo ribatte con un pezzo di mattone. Il terzo giorno, al traguardo, il cavallo cade a causa dell'indicibile fatica ma i veterinari, avvisati in tempo da Chiara, gli salvano la vita. Ilaria vince la targa, è felice che Chiara abbia salvato la vita al cavallo, ma non riesce a capire se in quei tre giorni ha visto corpi astrali o un cavallo e un cavaliere veramente esistenti.
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