Notturno di Chopin: romanzo

Il romanzo racconta la breve ma intensa vita di Leonardo Romagnoli, che a soli vent’anni, nel 1971, è già un famoso pianista e un grande interprete della musica di Chopin. Il piacere che prova nel suonare è estremamente erotico. Un erotismo così forte, profondo e romantico, che si sviluppa in due direzioni parallele, che s’intersecano, divenendo complementari tra loro: suonare il pianoforte e godere di un corpo maschile, il proprio e quello del suo giovane amante Gabriele.
Leonardo Romagnoli, fin da bambino, soffre di solitudine, di tristezza e di un’esagerata sensibilità. Sente di essere timido, incompreso, estremamente romantico. A dieci anni si accorge che la musica classica gli trasmette emozioni molto forti, che gli creano piacere. È quello stesso piacere, che già anche la visione di un corpo nudo maschile gli provoca. A soli dodici anni conosce l’autoerotismo e scopre il gusto della masturbazione, dopo un approccio sessuale, proibito e segreto, con un adulto. Da quel momento, la sua vita si racchiude sempre più su sé stessa, così che il suonare il pianoforte e le eccitazioni sessuali diventano l’unica forza in grado di dargli, in un certo senso, la vera spinta per proseguire.
A vent’anni, si ritrova a essere uno dei migliori pianisti del mondo, e si trasferisce a vivere a Parigi. Il difficile rapporto d’amore con Gabriele, emigrato in Brasile con la sua famiglia, non viene distrutto, ma quando finalmente Gabriele decide di rientrare in Europa per vivere a Parigi con lui, avviene l’irreparabile. Lui muore a causa di uno stupido e banale incidente stradale. Per Leonardo è veramente la fine! Ha solo ventidue anni. Gabriele era stato il suo unico, grande amore e la sua morte provoca in lui uno strappo lacerante. Aveva sempre vissuto di emozioni forti, che soltanto il suonare il pianoforte e l’amore, anche fisico, con Gabriele, gli procuravano. Un’innata e fortissima carica erotica, che gli era necessaria per poter suonare così intensamente il pianoforte. Cade in una profonda crisi depressiva, vuole restare da solo e soprattutto non vuole più suonare il pianoforte, che nel momento stesso in cui aveva appreso della morte di Gabriele, aveva richiuso con violenza, gridando a sé stesso "non potrò mai più suonarlo!" Dopo un mese, crede di rivedere Gabriele vivo e sorridente, seduto sul divano del salone. Improvvisamente sente la voglia e il desiderio di ritornare a suonare. Suona il Notturno n.21 di Chopin (il Notturno che dà il titolo al libro) e poi il triste Notturno n.20. Consapevole che si era trattato solo di una visione, con la mente annebbiata e con un dolore atroce, che sente nel corpo e nell’anima, riesce a suonare quest’ultimo Notturno, fino all’ultima nota, leggerissima, sottile, finale e poi, immediatamente dopo, si accascia con il volto e con le mani sulla tastiera del suo pianoforte.
Ufficialmente la sua morte sarà stata causata da un collasso cardiaco mentre lui stava suonando nella sua casa di Parigi, ma forse, probabilmente, si era trattato di un suicidio.
La sua prematura morte è dovuta. Si intuirà che dietro a Leonardo ci sono io, autore, che racconto un pò di quell’altra mia vita che in realtà non ho vissuto e che quindi, proprio io, ho voluto e dovuto interrompere, far finire, annullare, prima del tempo. Questo perché non l’avrei poi vissuta! Come se la vita di Leonardo, non fosse stato altro che un mio sogno, un bel sogno, ma si sa che finiscono, svaniscono, s’interrompono sempre sul “più bello”. Ci lasciano stupiti, a bocca aperta e non ritornano più. I fatti accaduti, nella breve vita di Leonardo, sono una mescolanza di fatti veri e non veri, alcuni dei quali appartengono a lui e altri invece appartengono a me, che sono l’autore. Ma il confine tra la finzione e la realtà è molto sottile. Spesso, mi chiedo se davvero io sia sempre Bernardino Maria Serenari, o non piuttosto, alcune volte, Leonardo Romagnoli.
Un romanzo commovente, appasionante, coinvolgente, denso di erotismo e di tanta musica!

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