GLI SPIETATI DELL'ADS: Le indagini del maresciallo Valverde

Tutto incomincia con la TELEFONATA del maresciallo Arnaldo Zumin, comandante della stazione carabinieri di Guarnera, all'AMICO VALVERDE, chiedendogli un colloquio. Zumin, invitato a pranzo, rivela all'amico di trovarsi in una SITUAZIONE MOLTO CRITICA, simile a quella in cui s'è trovato INVISCHIATO, quando lavorava al nord.
Si tratta di un OMICIDIO MISTERIOSO, al pari di quelli perpetrati in Brianza. Anche questa vittima ha in tasca un foglietto con la causale dell'esecuzione: La tua fuga è stata inutile. LA GIUSTIZIA DELL'ADS TI HA RAGGIUNTO! E' questa la caratteristica che accomuna questi crimini, la firma del killer: ADS.
Il maresciallo Valverde s'impegna ad aiutare il collega, ma anche lui si trova impelagato nel caso di un OMICIDIO AVVENUTO VENTICINQUE ANNI PRIMA, a Bosco Rotondo, una contrada in territorio di Tavisa. Omicidio rimasto nel mistero per tutti quegli anni. Convinto di essere sulla giusta strada per risolvere il caso, si rivolge ancora una volta al capitano Franchini per avere l'appoggio dell'unità cinofila. L'aiuto del collega amico si rivela prezioso, ma apre uno scenario inatteso. Come se ciò non bastasse, arriva da Roma un MAGGIORE DELL'ARMA, che indice un convegno provinciale per i comandanti di tutto il distretto. Rivela agli intervenuti che l'ADS è un CASO NAZIONALE e invita tutti ad intensificare i posti di blocco, nel tentativo d'intercettare i SEDICENTI GIUSTIZIERI. Tra posti di blocco, interrogatori, riesumazione di cadaveri, agguati di cecchini, colpi di scena e aumento dei misfatti da parte della COMPAGNIA DELLA MORTE, si arriva ad un finale imprevisto.

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