Libro Café
-1
...Tokho intanto era scomparso e ritornato con una di quelle maglie fatte a mano, sempre fabbricate nello MBH. Aveva con sè un oggetto che porse ad Ardeha. Questa si avvicinò e lo prese in mano a sua volta, osservando che si trattava di una paperella di simillegno, rotonda con le alette ben abbozzate e il becco semiaperto.
-Ti piace?- chiese lui. Lei annuì.
-Guarda questa, ora…- da dietro la schiena portò avanti l’altra mano, dove teneva un altro oggetto. Ardeha vide che si trattava di un’altra paperella e pensò a quale tipo di risposta fosse più adatta a far contento Tokho. Sicuramente il ragazzo aveva fabbricato una delle due, mentre l’altra era stata prodotta su una linea automatizzata. Le due paperelle le sembravano perfettamente uguali…cosa rispondere? Ci penso su, poi decise la strategia da seguire-
-sembrano uguali…- disse un po’ esitante, un po’ speranzosa.
Tokho la guardò, rimase un attimo silenzioso con un’espressione indecifrabile, poi disse –Esatto…sembrano! Guarda qua!- da uno scaffale vicino prese una lente di ingrandimento.
– Osserva…- Ardeha prese in mano, la lente, altro manufatto di un’epoca antica, con la lente in similvetro, e la avvicinò alla seconda paperella. I bordi e i solchi del simillegno intagliato erano perfetti così come apparivano anche senza lente. Passò la lente sulla seconda paperella. In questo caso i dettagli ingranditi dell’oggetto mostravano moltissimi difetti lungo gli spigoli delle lavorazioni, bordi sbreccati e solchi con profondità variabile.
-La prima è difettosa- disse Ardeha senza pensarci su.
-E per fortuna lo è- rispose Tokho.
Ardeha lo guardò senza capire. ‘L’ho fatta io! No?- insistette lui.
Ardeha era sempre più confusa – Sei contento di aver fabbricato una papera di legno difettosa?-
-Ardeha, non ‘difetto’… ne’ imperfezione, bensì particolarità, questa è la parola da usare. Non qualcosa che ‘manca’ ma qualcosa in più rispetto a un oggetto fabbricato da un drone a calcolo numerico o una linea automatizzata-
Tokho gettò la paperella senza difetti nell’aspiratore e porse l’altra ad Ardeha. Abbassò la testa, intimidito, facendole capire che era un regalo per lei...
-Ti piace?- chiese lui. Lei annuì.
-Guarda questa, ora…- da dietro la schiena portò avanti l’altra mano, dove teneva un altro oggetto. Ardeha vide che si trattava di un’altra paperella e pensò a quale tipo di risposta fosse più adatta a far contento Tokho. Sicuramente il ragazzo aveva fabbricato una delle due, mentre l’altra era stata prodotta su una linea automatizzata. Le due paperelle le sembravano perfettamente uguali…cosa rispondere? Ci penso su, poi decise la strategia da seguire-
-sembrano uguali…- disse un po’ esitante, un po’ speranzosa.
Tokho la guardò, rimase un attimo silenzioso con un’espressione indecifrabile, poi disse –Esatto…sembrano! Guarda qua!- da uno scaffale vicino prese una lente di ingrandimento.
– Osserva…- Ardeha prese in mano, la lente, altro manufatto di un’epoca antica, con la lente in similvetro, e la avvicinò alla seconda paperella. I bordi e i solchi del simillegno intagliato erano perfetti così come apparivano anche senza lente. Passò la lente sulla seconda paperella. In questo caso i dettagli ingranditi dell’oggetto mostravano moltissimi difetti lungo gli spigoli delle lavorazioni, bordi sbreccati e solchi con profondità variabile.
-La prima è difettosa- disse Ardeha senza pensarci su.
-E per fortuna lo è- rispose Tokho.
Ardeha lo guardò senza capire. ‘L’ho fatta io! No?- insistette lui.
Ardeha era sempre più confusa – Sei contento di aver fabbricato una papera di legno difettosa?-
-Ardeha, non ‘difetto’… ne’ imperfezione, bensì particolarità, questa è la parola da usare. Non qualcosa che ‘manca’ ma qualcosa in più rispetto a un oggetto fabbricato da un drone a calcolo numerico o una linea automatizzata-
Tokho gettò la paperella senza difetti nell’aspiratore e porse l’altra ad Ardeha. Abbassò la testa, intimidito, facendole capire che era un regalo per lei...
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