Napoli. Una leggenda lunga 90 anni

Nei 90 anni di storia del Napoli ci sono anche sette anni della mia vita, sicuramente i più belli della mia carriera, e non solo per i successi, lo scudetto, la Coppa Uefa e quanto altro. Leggo in questi giorni di tanti rifiuti di calciatori, che non vogliono venire al Napoli. Dico loro: “Non sapete quello che vi perdete”. Essere calciatore del Napoli è una fortuna unica al mondo. Perché solo a Napoli si ama in maniera viscerale chi ha indossato questa maglia. Ancora oggi quando vengo in città sento l'affetto e la passione dei tifosi. Ho giocato anche in altre squadre, con la maglia del Torino sono cresciuto ed ho vissuto le prime importanti esperienze da professionista, ma nulla a che vedere con quello che succede a Napoli.
In maglia azzurra ho avuto la fortuna di giocare col più grande giocatore di tutti i tempi, di vincere molto, di perdere anche qualcosa di importante. Del Napoli ho vissuto l'epopea, ed anche l'inizio della crisi. Devo dire che i tifosi ci seguivano con lo stesso amore, la stessa passione. Un qualcosa che è difficile da far capire agli altri.
Ho letto con grande interesse questo libro celebrativo dei 90 anni di storia del Napoli. Vi ho ritrovato lo spirito dei tifosi del Napoli. Un libro che ha par- lato di uomini più ancora che di calciatori, un libro che se vogliamo ha esaltato le sconfitte più ancora delle vittorie. Ho giocato sette anni nel Napoli, sapevo che il “ciucciariello” era il simbolo della squadra, ma non sapevo il perchè: l'ho scoperto adesso, e devo dire che solo ad un napoletano poteva venire in mente una cosa del genere per la propria squadra del cuore.
Un libro che si legge molto velocemente, perché ti prende molto. Anche se sai come vai a finire si lascia leggere per il taglio di narrazione che è stato dato. Devo dire che si vede che è stata scritto da un napoletano, per di più tifoso del Napoli. Lo si capisce dalle prime righe, quando si specifica che si tratta di un libro che parla di leggende e non di storie, un libro che non ha nessuna presunzione di essere storico, ma che vuole solo raccontare come nasce la leggenda. Alcune storie le conoscevo anche io, altre le ho vissute in prima persona: io c'ero, ed ho fatto anche gol, nella famosa partita contro il Real Madrid. Io c'ero ed ho fatto anche gol a Bologna, quando sostanzialmente vincemmo il secondo scudetto. C'ero anche, e feci gol, quando a Roma pareggiammo 1-1, pur giocando in 9 uomini. C'ero a Stoccarda, quando vincemmo la Coppa Uefa, c'ero quando vincemmo 5-1 contro la Juventus e facemmo nostra la Supercoppa. C'ero anche in altre partite, quando perdemmo lo scudetto al San Paolo contro il Milan, e c'ero anche il giorno del famoso proclama contro Bianchi. Rivivere queste storie in una versione romanzata l'ho trovata un'esperienza unica. Trovo che sia tipicamente napoletana la premessa che lo stesso autore non sa se le cose che riferisce siano autentiche o solo parzialmente vere. Un milanese avrebbe preteso la verità assoluta, un partenopeo preferisce la leggenda, che ha un sapore diverso, che maggiormente si confà alla sua indole.
Un libro che non è storico, non è un romanzo, ma una vera e propria dichiarazione di amore. Aiuta a capire perché tra il Napoli ed i napoletani c'è un legame unico, che è nel dna, e si tramanda di generazione in generazione, arricchendosi di anno in anno. Un libro che un tifoso del Napoli leggerà tutto d'un fiato, come suol dirsi, perché ci si ritrova, legge storie che già conosce per sen- tito dire, ne scopre di nuove. Di alcune penserà di conoscerne più particolari dello stesso autore. Non è una storia, ma un insieme di storie che si potranno poi tramandare alle successive generazioni per far sì che l'amore per questa maglia non muoia mai.
Giovanni Francini

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