Crioconservazione

In una Roma romanzata e senza tempo, si dispiegano le storie dei quattro protagonisti: Mario, un aspirante fotoreporter che ha finito per accontentarsi della quotidianità della sua amata famiglia e di una occupazione banale, Claudia, una studentessa universitaria fuori sede divenuta bulimica dopo la morte di sua nonna, Marco, un ragazzo che crede di aver ucciso sua madre semplicemente venendo alla luce, e Teresa, una professoressa di inglese in pensione, che vive nella solitudine di un sottotetto non raggiungibile con l’ascensore.
Mediante la narrazione delle loro vicende, l’Autrice ci accompagna in un percorso che attraversa i drammi e le opportunità delle stagioni della vita. Percorre la giovinezza, la maturità e la vecchiaia, confrontandosi con le difficoltà di determinazione di chi si affaccia nel mondo degli adulti e vede i suoi punti di riferimento venir meno, con il senso di insoddisfazione e di inadeguatezza che segna il momento dei bilanci a consuntivo, ma soprattutto con l’imprevedibilità della vita che, anche laddove il destino appare scontato, sembra sempre capace di batterci con la sua fantasia.
Nel corso del romanzo, quindi, i temi delle età si raccontano, mescolandosi la vita, la morte, l’intreccio apparentemente incomprensibile delle possibilità del caso e l’attualità delle problematiche dei nostri tempi, della tecnologia e dei social network.

È così che, in Crioconservazione, la questione bioetica si ribalta, divenendo il problema non più e non tanto se sia giusto o sbagliato realizzare tutto quanto la scienza e la tecnica oggi ci consentono, ma se non sia piuttosto un dovere spingerci oltre quello che le capacità fisiche sembrano renderci possibile, un po’ come fa la vita ogni giorno con ciascuno di noi.


 

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