Una storia sepolta dal tempo - Il Crocifisso di S. Domenico e S. Maria Della Porta in Salerno
- Autore
- Maria Dorotea Napoli
- Pubblicazione
- 26/05/2017
- Categorie
Il Cristo Schiodato della Chiesa di S. Domenico e S. Maria della Porta in Salerno è un’opera canonica per la sua utilizzazione durante i Riti della Settimana Santa. E’ stato sempre nella stessa chiesa ed è inserito nella particolare devozione dei P.P.Domenicani per il Crocifisso.
E’ stata realizzata in cartapesta da un ottimo cartapestaio, ipoteticamente leccese della seconda metà del sc. XVIII, buon conoscitore dei testi sacri e degli scritti dei santi.
La rappresentazione cruenta e insolita di un altissimo numero di piaghe, profonde ed estese, denota la volontà di esaltare le atroci pene di Gesù durante la Passione e di suscitare una intensa partecipazione emotiva nei fedeli, per la rigenerazione spirituale e morale.
Tutto ciò era tipico delle prediche del domenicano S.Vincenzo Ferrer e del rituale della Schiodazione.
Indizi storiografici ed ambientali inducono ad ascrivere la fabbricazione della statua alla seconda metà del sc. XVIII, nella fase di allestimento della Chiesa, che nella prima metà del secolo aveva avuto una ristrutturazione totale di stampo vignolesco, in sostituzione dell’originario Stile Gotico Arabo-Amalfitano.
La statua rientra nella temperie artistica napoletana di stampo moderatamente caravaggesco ed ha come modello di riferimento i crocifissi dello scultore ligneo Nicola Fumo.
E’ stata realizzata in cartapesta da un ottimo cartapestaio, ipoteticamente leccese della seconda metà del sc. XVIII, buon conoscitore dei testi sacri e degli scritti dei santi.
La rappresentazione cruenta e insolita di un altissimo numero di piaghe, profonde ed estese, denota la volontà di esaltare le atroci pene di Gesù durante la Passione e di suscitare una intensa partecipazione emotiva nei fedeli, per la rigenerazione spirituale e morale.
Tutto ciò era tipico delle prediche del domenicano S.Vincenzo Ferrer e del rituale della Schiodazione.
Indizi storiografici ed ambientali inducono ad ascrivere la fabbricazione della statua alla seconda metà del sc. XVIII, nella fase di allestimento della Chiesa, che nella prima metà del secolo aveva avuto una ristrutturazione totale di stampo vignolesco, in sostituzione dell’originario Stile Gotico Arabo-Amalfitano.
La statua rientra nella temperie artistica napoletana di stampo moderatamente caravaggesco ed ha come modello di riferimento i crocifissi dello scultore ligneo Nicola Fumo.
Condividi questo libro
Recensioni e articoli
Non ci sono ancora recensioni o articoli