Lo spirito e la pietra

“Dolci come cantici d’amore e meravigliosi” definiva P. Filippo Scarpa i primi edifici religiosi del XII e XIII secolo appartenenti all’Ordine creato da S. Francesco d’Assisi, cristallizzando così in poche, semplici, ma efficaci parole, la ragione per cui il sentimento di giubilo dell’animo umano per la bellezza del Creato si è fatto materia. La gratitudine umana verso l’Altissimo ha scelto il mezzo più consono per manifestarsi, “l’arte pel bello, pel vero, pel buono”. Tali furono sin dalla loro nascita le chiese francescane, tra cui i due esempi di cui Teano si fa vanto: edifici in cui ogni pietra porta con sé una storia fatta di trasformazioni dell’ideale religioso, di adattamenti al gusto artistico del momento, di eventi bellici e naturali. Le chiese e i conventi teanesi di San Francesco e di Sant’Antonio vissero proprio questo stesso rapporto di evoluzione continua, di metamorfosi all’incontro tra l’immaterialità invisibile dello spirito e la visibilità materiale della pietra.  

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