Il problema della cella n. 13 (I Bassotti)

Quando l’americano Jacques Futrelle perì a soli trentasette anni nell’affondamento del Titanic, la narrativa gialla perse uno dei suoi talenti più brillanti e singolari. L’apice della sua esigua produzione è rappresentato da questo racconto, che non è intelligente, è geniale. Non a caso, a più di un secolo di distanza, resta uno dei più famosi della storia del giallo, esempio ineguagliato dell’infallibilità del ragionamento logico nello scioglimento di un enigma. Il protagonista è il professor Van Dusen, soprannominato “la Macchina Pensante” per la sua capacità di trattare qualunque problema come un’equazione matematica. Qui è alle prese con una sfida impossibile: evadere da una cella di massima sicurezza usando solo il cervello. Solide sbarre di ferro alla porta e alla finestra, spesse mura di pietra, nessun contatto col mondo esterno, una sorveglianza asfissiante, perquisizioni continue. Com’è possibile che la Macchina Pensante riesca a vincere la sfida? Quando il racconto venne pubblicato a puntate sul Boston American nel 1905, fu ritenuto così straordinario da indurre il giornale a offrire un premio ai lettoti che fossero riusciti a trovare la soluzione.

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