UN GIALLO IRRISOLTO (Fabula)

Si evidenziano da subito alcuni aspetti del lavoro in presentazione: lo stesso è stato realizzato (diviso in due tomi, I e II, in attesa del terzo in fase di predisposizione per la pubblicazione) senza pretese di originalità, né tanto meno di prima ma, al contrario, in funzione di replica, in guisa al vecchio adagio del “repetita juvant”. Capitan Miki non esiste perché prematuramente soppresso nel 1988, secondo erronea realizzazione degli armati da mortaio tipo IOR (rancore, odio, invidia). Ben informati ritengono, a converso, che dopo aver superato il peso emotivo che arreca la circostanza che vuole il “traditore” nascere dal gruppo degli amici, essere errante nel ‘mondo’ intero, come cittadino di questo, per l’appunto, custodendo nel proprio fodero, della pistola dismessa, il “dito epicureo”. Affrancatosi dall’agguato teso da un ‘diavolo in gonnella’, puntualmente e faticosamente ‘esorcizzato’; durante il quale venne sottoposto al fuoco incrociato nemico e amico, oltre all’attività di ignavi e negligenti. I quali, ultimi, ancorchè muniti di IOR, non spararono nell’errata convinzione fosse sufficiente il “fuoco” precedentemente aperto e, conseguentemente, neppure odoravano di polvere da sparo! L’autore del momento fa rivivere le sue gesta, cedendo la propria identità al personaggio storico fumettistico, usandolo come pseudonimo e con riferimento all’alto valore intrinseco di questi. Rivive, autoannullandosi, attraverso altro personaggio, Snowball, meno pragmatico e meno noto in questa veste, camuffata per contingenze storiche ma, altrettanto, incline al culto e alla ragionevole esaltazione della dignità della persona, quale principio fondamentale primo e quale valore costituzionale forte e pregnante, sì da meritare il primo posto nell’articolato costituzionale non solo nostrano.(l’ultimo inciso è cassato)
La figura di ‘scrittore nascosto’ o per altri versi ‘ghost writer', ritenuta desueta perché in stridente contrasto con quel cinismo culturale diffuso, fagocitante delle buone pratiche, della buona fede, della ingenuità, che agisce all’insegna dell’apparire, è invece in armonia con l’autore reale. E confermativo del suo ideale di vita; ritenendola in prestito e da spendere nel rispetto del principio della doverosità e della religiosità, integrante educazione e responsabilità civica in generale, e di divulgazione culturale nel caso di specie. E’, altresì, consapevole del sentimento positivo dell’umiltà quale viatico per una buona e sana intelligenza, nelle sue diverse manifestazioni, rappresentazioni e definizioni. Appare intellettualmente e professionalmente onesto evidenziare che i valori enucleati, interiormente dibattuti e mai abbandonati, hanno promosso prima e consentito poi la realizzazione dell’opera che segue, indubbiamente impegnativa. Accontentandosi di averla fatta e fiducioso che i ‘delatori’, nel complesso, siano in misura di meno uno, rispetto agli estimatori. La fatica, nell’accezione più ampia del termine, è smorzata dall’ottenuta riservatezza totale, in accettazione di apposita richiesta, supportata da idonei e ragionevoli motivi, in ossequio al principio dell’obbligatorietà della motivazione, ex ante ed ex post L.n.241/90 e s.m.i.; che dovrebbe governare anche i rapporti tra singoli privati e non soltanto quelli diretti a o ricevuti da una P.A.

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