Reggiane in guerra
- Autore
- Michele Bellelli
- Editore
- Compagnia editoriale Aliberti
- Pubblicazione
- 29/07/2017
- Categorie
Questo libro approfondisce alcuni degli argomenti già introdotti nel precedente volume di Aliberti Reggiane. Cronache di una grande fabbrica italiana. Il cuore di questa nuova pubblicazione è il periodo della Seconda guerra mondiale e della Guerra di liberazione.
Sono svelati nei dettagli, sempre grazie allo studio dell’archivio aziendale e alla sua comparazione con altre fonti – gli archivi comunali, della
Resistenza e del PNF – alcuni aspetti fino ad oggi ignorati, sottovalutati o addirittura dati per scontati.
Può sembrare automatico associare le Reggiane alla Resistenza: ma quanti effettivamente furono gli operai-partigiani? Se non fu possibile lottare all'interno dei capannoni delle Reggiane, dove operarono gappisti e garibaldini? Quanti pagarono il prezzo più alto per la scelta coraggiosa di opporsi al nazifascismo? In opposizione a loro, GNR, Brigate nere e Partito fascista operarono intensamente per la loro causa,
cercando di fare delle Reggiane una fabbrica in camicia nera, al servizio del Duce e dei tedeschi. È indispensabile porre l’accento sul ruolo fondamentale che il regime ebbe per le fortune di questa fabbrica, che divenne una delle più importanti d’Italia negli anni del conflitto. Fu anzi il simbolo stesso del fascismo a Reggio Emilia, grazie a progetti faraonici di sviluppo urbano che solo la guerra fermò e che furono ripresi negli anni della nuova democrazia repubblicana, come la demolizione e la ricostruzione di Borgo Emilio.
Si affronta poi il doloroso argomento dei bombardamenti e delle “deportazioni”. Le Reggiane subirono gli uni e le altre, in misura minore rispetto ad altre industrie, ma non per questo meno crudeli.
Sono svelati nei dettagli, sempre grazie allo studio dell’archivio aziendale e alla sua comparazione con altre fonti – gli archivi comunali, della
Resistenza e del PNF – alcuni aspetti fino ad oggi ignorati, sottovalutati o addirittura dati per scontati.
Può sembrare automatico associare le Reggiane alla Resistenza: ma quanti effettivamente furono gli operai-partigiani? Se non fu possibile lottare all'interno dei capannoni delle Reggiane, dove operarono gappisti e garibaldini? Quanti pagarono il prezzo più alto per la scelta coraggiosa di opporsi al nazifascismo? In opposizione a loro, GNR, Brigate nere e Partito fascista operarono intensamente per la loro causa,
cercando di fare delle Reggiane una fabbrica in camicia nera, al servizio del Duce e dei tedeschi. È indispensabile porre l’accento sul ruolo fondamentale che il regime ebbe per le fortune di questa fabbrica, che divenne una delle più importanti d’Italia negli anni del conflitto. Fu anzi il simbolo stesso del fascismo a Reggio Emilia, grazie a progetti faraonici di sviluppo urbano che solo la guerra fermò e che furono ripresi negli anni della nuova democrazia repubblicana, come la demolizione e la ricostruzione di Borgo Emilio.
Si affronta poi il doloroso argomento dei bombardamenti e delle “deportazioni”. Le Reggiane subirono gli uni e le altre, in misura minore rispetto ad altre industrie, ma non per questo meno crudeli.
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