Ritorno a Berlino

Fuggito dalla Germania nazista nel 1934, Erich Dalburg si è stabilito a Londra ed è diventato Eric Devon, un perfetto gentleman inglese di cui nessuno, tranne la moglie Nora, conosce le vere origini. Dietro l’apparenza di una vita appagante, però, il dolore e il senso di colpa per aver sepolto il passato e reciso ogni legame con la famiglia di origine lo tormentano segretamente, finché, nel 1956, rientrando in piroscafo da un viaggio in Brasile, la convivenza forzata con il petulante Herr Grubach, fiero all’eccesso del proprio paese e della sua rinascita, e l’incontro con una giovane americana lo costringono a uscire allo scoperto. È il primo passo per riappropriarsi di un’identità e di una lingua che credeva perdute e tornare alla vita. Mesi dopo, a Berlino, sua città natale – fra macerie, vuoti, nuove barriere, ma anche nel fervore della ricostruzione – Erich assiste al graduale, sorprendente disvelarsi di quanto accadde davvero ai suoi cari. Costretto infine a riconoscere i propri errori, è pronto a chiedersi se in quella patria ritrovata non ci sia forse ancora posto per lui e per quelli della sua generazione, ai quali i più giovani avranno il diritto di porre le loro scomode domande.

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Mangialibri

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La “Caribe” nell’estate del 1956 continua ad imbarcare gente di ogni provenienza. Il vecchio transatlantico italiano percorre come al solito la rotta che collega Southampton a Genova e al Venezuela, luoghi distanti e differenti proprio come i passeggeri che si incontrano e tentano di stringere legami, per poter trascorrere più piacevolmente il tempo della traversata. Leggi tutta la recensione

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