La mia corsa nel tempo

La storia di Vittorino Andreoli comincia nell'euforia del dopoguerra, quando, giovanissimo, decide di abbandonare l'impresa di famiglia per diventare "un medico dei matti". Una scelta inconsueta, segnata dalla prima visita nel manicomio di Verona, e dall'incontro con alcuni uomini formidabili come André Breton e Eugène Minkowski. Dopo gli studi come "scienziato puro" a Cambridge, a New York e nei laboratori della Nasa in New Mexico, Andreoli capisce che la ricerca e la cura di un malato diventano possibili solo all'interno di una relazione. Nel 1972 torna a Verona e inizia la professione clinica che lo renderà un acuto osservatore anche dei malesseri del nostro Paese. Qui si occupa anche dei casi limite della cronaca nera: da Pietro Maso, omicida dei propri genitori, al serial-killer Donato Bilancia, Andreoli tratta da un punto di vista nuovo crimini incomprensibili, e dà inizio a un percorso che cerca di comprendere l'uomo oltre il pazzo. Con la competenza del grande psichiatra e la penna dell'uomo di lettere, oggi ripercorre la propria formazione, i sogni e la lotta, portata avanti per tutta la vita, per cambiare il volto della follia.

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