Storia di Roque Rey

Da una delle voci più interessanti della letteratura argentina odierna, un grande romanzo sudamericano intriso di umorismo, amore, umanità e storia.

Accolto in patria come uno dei libri più attesi dell’anno, racconta la storia commovente di un viaggio in Argentina lungo quarant’anni.
La grande tradizione del realismo magico rielaborata in un romanzo che dalle prime pagine ci ricorda cosa significa leggere per puro piacere.

Il giorno in cui lo zio Pedro muore, Roque, dodici anni, indossa le sue scarpe su richiesta della zia, per ammorbidirle un po’ in modo che, nel suo viaggio nell’aldilà, l’uomo possa stare più comodo. Così Roque esce di casa per fare una passeggiata: non tornerà più. Camminerà per quarant’anni, senza meta, in una lunghissima fuga costellata di scoperte e riflessioni. I compagni di viaggio saranno i più svariati: c’è Umberto, prete epilettico parricida; ci sono Los Espectros, un gruppo di musicisti itineranti che lo ingaggia come ballerino; c’è Marcos Vryzas, un bohémien alcolizzato che lo introduce alla vita dissoluta della capitale; c’è Natalia, una bambina dall’intelligenza eccezionale che si innamora di lui e lo tenta col suo fascino ammaliatore. E poi ci sono le centinaia di morti che Roque troverà lungo il suo cammino: tolte quelle dello zio, indosserà le loro scarpe, che gli indicheranno la via. Sullo sfondo, quarant’anni di storia dell’Argentina, paese così lontano eppure così vicino che non ha mai smesso di esercitare il suo grande fascino.

«Con Storia di Roque Rey Romero pare aver centrato l’obiettivo: un racconto
che è classico e sconfinato al tempo stesso, che scorre con la sicurezza di una forma pura mentre dà vita a domande a cui non si può rispondere, paradossi che sembrano certezze e personaggi che crescono mano a mano che si fanno evanescenti.
Un romanzo totale». «La Nacion»

«Un libro ambizioso dalla vocazione dickensiana. Un narratore profondo, di largo respiro». «Ñ – Revista de cultura»

«La proliferazione di storie, la ricerca dell’amore, la fuga con le scarpe dei morti sono tratteggiate da questa voce esistenziale, quasi divina, a momenti solenne. Una voce che costruisce un universo, che lo percorre, lo interpreta». «Pagina12»

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