Una storia e mezza (Narrativa)
- Autore
- Lanfranco Schuhmann
- Pubblicazione
- 10/09/2017
- Categorie
"Siamo tutti uguali
davanti a Dio.
Dietro, un po' meno."
Sono nato nel '58. E sono nato nelle Langhe, terra che molti narrano bella e grande e che io abbandonai appena potei perché troppo brutta e troppo piccola, per me.
Squallide e insulse voci, bigotte basse e odiose come lo sanno essere solo le voci di paese, avevano preso a girare intorno al mio nome.
“E di Fabio, l'hai saputo?”
“Si dice che...”
“Me l'ha detto l'Elvira, da non crederci!”
“Ma no, ma sì...”
“Certo, però, che...”
E queste voci cercavano, tutte in coro, di rinchiudermi in un angolo ben preciso e pieno di merda, angolo però dietro al quale più avanti riuscii, non so se per buona sorte o per disperazione o – come più son propenso a credere, per ispirazione divina – a trovare una via d'uscita.
È da queste considerazioni che inizia la storia di Fabio, un ragazzo che ama, un ragazzo che non viene capito, un ragazzo che lotta per rivendicare la sua libertà e per essere se stesso in un mondo in cui essere se stessi è pericoloso. Una storia di paese, una storia fatta si sagre e di sangue e di vergogna e di malelingue, narrata però con un'ironia e una leggerezza che ci fanno cavalcare queste pagine una dopo l'altra, e che ci fanno di volta in volta incontrare personaggi degni delle migliori commedie shakespeariane.
Questo per quanto riguarda la prima storia narrata in questo libro.
Quanto alla seconda, beh, starà al lettore scoprire se all'ultima pagina sarà giusto o no mettere a parola "Fine".
davanti a Dio.
Dietro, un po' meno."
Sono nato nel '58. E sono nato nelle Langhe, terra che molti narrano bella e grande e che io abbandonai appena potei perché troppo brutta e troppo piccola, per me.
Squallide e insulse voci, bigotte basse e odiose come lo sanno essere solo le voci di paese, avevano preso a girare intorno al mio nome.
“E di Fabio, l'hai saputo?”
“Si dice che...”
“Me l'ha detto l'Elvira, da non crederci!”
“Ma no, ma sì...”
“Certo, però, che...”
E queste voci cercavano, tutte in coro, di rinchiudermi in un angolo ben preciso e pieno di merda, angolo però dietro al quale più avanti riuscii, non so se per buona sorte o per disperazione o – come più son propenso a credere, per ispirazione divina – a trovare una via d'uscita.
È da queste considerazioni che inizia la storia di Fabio, un ragazzo che ama, un ragazzo che non viene capito, un ragazzo che lotta per rivendicare la sua libertà e per essere se stesso in un mondo in cui essere se stessi è pericoloso. Una storia di paese, una storia fatta si sagre e di sangue e di vergogna e di malelingue, narrata però con un'ironia e una leggerezza che ci fanno cavalcare queste pagine una dopo l'altra, e che ci fanno di volta in volta incontrare personaggi degni delle migliori commedie shakespeariane.
Questo per quanto riguarda la prima storia narrata in questo libro.
Quanto alla seconda, beh, starà al lettore scoprire se all'ultima pagina sarà giusto o no mettere a parola "Fine".
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