Gli altri
- Autore
- Giacomo Bottinelli
- Pubblicazione
- 21/09/2017
- Categorie
C'è un morbo che colpisce il mondo di Marco. Un morbo letale che provoca follia e violenza. Non si tratta di qualcosa portato da un virus, ma di una malattia più strana e insidiosa: una malattia dell'anima. Fuggire è l'unica soluzione, ma si può davvero fuggire dagli altri, dal nostro modo di pensare, dalla società? E si può fuggire da se stessi, anche se ci si trova su una montagna nel pieno dell'inverno? Forse solo il maiale conosce la risposta, ma tace.
"Il morbo si diffuse forse a partire da un piccolo gruppo di cavie fuggite da un laboratorio. Così dissero poi alcuni giornali, anche se la notizia non fu mai confermata e anzi appariva piuttosto priva di fondamento, a riprova della regola sacrosanta che chi scrive sulla stampa dovrebbe sempre verificare ciò che offre ai lettori. I complottisti ne fecero un piano del governo per controllare la popolazione, benché l’evidenza mostrasse che i suoi effetti erano esattamente contrari a qualsivoglia forma di controllo si potesse auspicare. Le misure che furono prese per contrastare l’epidemia coinvolsero tutta la popolazione con l’invito all’isolamento notturno nelle proprie case e camion dell’esercito e delle organizzazioni umanitarie che pattugliavano i centri abitati distribuendo buoni consigli per la prevenzione e opuscoli informativi. La situazione apparve in breve tempo complessa con più focolai che si accendevano nelle principali città, da Firenze a Roma, a Palermo. Il decorso era rapido e l’insorgenza imprevedibile, tranne alcuni lievi sintomi che potevano essere facilmente sottovalutati e non riconosciuti. Confusione, impulsività, nausea".
"Il morbo si diffuse forse a partire da un piccolo gruppo di cavie fuggite da un laboratorio. Così dissero poi alcuni giornali, anche se la notizia non fu mai confermata e anzi appariva piuttosto priva di fondamento, a riprova della regola sacrosanta che chi scrive sulla stampa dovrebbe sempre verificare ciò che offre ai lettori. I complottisti ne fecero un piano del governo per controllare la popolazione, benché l’evidenza mostrasse che i suoi effetti erano esattamente contrari a qualsivoglia forma di controllo si potesse auspicare. Le misure che furono prese per contrastare l’epidemia coinvolsero tutta la popolazione con l’invito all’isolamento notturno nelle proprie case e camion dell’esercito e delle organizzazioni umanitarie che pattugliavano i centri abitati distribuendo buoni consigli per la prevenzione e opuscoli informativi. La situazione apparve in breve tempo complessa con più focolai che si accendevano nelle principali città, da Firenze a Roma, a Palermo. Il decorso era rapido e l’insorgenza imprevedibile, tranne alcuni lievi sintomi che potevano essere facilmente sottovalutati e non riconosciuti. Confusione, impulsività, nausea".
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