Il buono cattivo

1970, in una villa sul lago di Como la vedova Falconi amministra una residenza di vacanza frequentata da potenti, generali, magistrati, grandi avvocati. Come in un moderno Decameron, tra vini d’annata e chiacchiere, la compagnia affronta ogni sera, a turno, un diverso argomento. Il protagonista – dietro i cui tratti ammicca l’ombra dell’autore – ascolta e divertito racconta, intrecciando ricordi personali e vita pubblica, temi scottanti e goliardia. Tutto sembra scorrere nella più tranquilla normalità, finché non si unisce alla compagnia un professore di Diritto canonico e matrimoniale, che porge al protagonista un plico
di misteriosi racconti. Un romanzo inedito che ancora oggi racconta molto dell’Italia, dei suoi vizi e delle sue
inesplorate virtù, nello stile affilato e ironico di un protagonista del nostro tempo. “ Riordinando le carte di mio padre ho ritrovato la bozza di Il buono cattivo, scritto fra il 1973 e il 1974 e mai pubblicato. Per me, leggere queste pagine è stata un’emozione forte. Mi è sembrato di riavere vicino mio padre e sentirlo di nuovo parlare, ritrovandone la vivacità e la varietà dei ricordi, la levità nel trattare argomenti molto seri, la curiosità di conoscere nuove situazioni e persone, la capacità di coglierne i tratti salienti e l’ironia, in genere bonaria, verso gli altri e verso se stesso. Sono caratteri che, credo, sapranno rintracciare tutti quelli che l’hanno conosciuto.”
Serena Andreotti

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