Paesaggi del Regno: Dai luoghi francescani al Luogo Assoluto
- Autore
- Flavio Cuniberto
- Editore
- Neri Pozza
- Pubblicazione
- 22/11/2017
- Categorie
Gli antichi non avevano una chiara nozione del paesaggio. La scoperta, l’invenzione, anzi, del paesaggio nella pittura occidentale avviene tra il XIV e il XV secolo secolo fino poi a diventare un genere autonomo nel Seicento.
Questa invenzione, per Flavio Cuniberto, è inscindibile dalla diffusione del francescanesimo nel XIII secolo e dalla sua cele-brazione della Madre Terra come immagine del Regno di Dio, del Giardino originario. Inventando il paesaggio, i pittori comin-ciarono ad aggirarsi senza saperlo intorno a questo luogo: a ritrovarlo nel fascino inspiegabile che si sprigiona dai variegati pae-saggi della Madre Terra, sulle tracce del primo formidabile «agrimensore» del paesaggio come memoria del Regno: il santo di Assisi, che lo «misura» percorrendo instancabile e come a passo di danza i luoghi dell’Italia Centrale: di quella Italia che divente-rà di lì a poco il «giardin de lo Imperio».
Analizzando le opere dei grandi paesaggisti, Flavio Cuniberto conduce il lettore dinanzi al fascino di questa idea: il Luogo, il Giardino originario, che ha attratto anche i grandi viaggiatori metafisici del nostro tempo: Martin Heidegger, alla ricerca di quella che chiama la Terra come Tale (e che non è soltanto la Selva Nera o il paesaggio del Reno), e Peter Handke, innamorato dei luo-ghi come può esserlo solo chi intravede nei luoghi della terra i contorni baluginanti del Regno.
Questa invenzione, per Flavio Cuniberto, è inscindibile dalla diffusione del francescanesimo nel XIII secolo e dalla sua cele-brazione della Madre Terra come immagine del Regno di Dio, del Giardino originario. Inventando il paesaggio, i pittori comin-ciarono ad aggirarsi senza saperlo intorno a questo luogo: a ritrovarlo nel fascino inspiegabile che si sprigiona dai variegati pae-saggi della Madre Terra, sulle tracce del primo formidabile «agrimensore» del paesaggio come memoria del Regno: il santo di Assisi, che lo «misura» percorrendo instancabile e come a passo di danza i luoghi dell’Italia Centrale: di quella Italia che divente-rà di lì a poco il «giardin de lo Imperio».
Analizzando le opere dei grandi paesaggisti, Flavio Cuniberto conduce il lettore dinanzi al fascino di questa idea: il Luogo, il Giardino originario, che ha attratto anche i grandi viaggiatori metafisici del nostro tempo: Martin Heidegger, alla ricerca di quella che chiama la Terra come Tale (e che non è soltanto la Selva Nera o il paesaggio del Reno), e Peter Handke, innamorato dei luo-ghi come può esserlo solo chi intravede nei luoghi della terra i contorni baluginanti del Regno.
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