2666

Delle molte leggende alla cui nascita Bolano stesso ha contribuito, l'ultima riguarda la forma che "2666" avrebbe dovuto assumere. Si dice infatti che l'autore desiderasse vedere i cinque romanzi che lo compongono pubblicati separatamente, e se possibile letti nell'ordine preferito da ciascuno. La disposizione, ammesso che sia autentica, era in realtà un avviso per la navigazione in questo romanzo-mondo, che contiene di tutto: un'idea di letteratura per la quale molti sono disposti a vivere e a morire, l'opera al nero di uno scrittore fantasma che sembra celare il segreto del Male, e il Male stesso, nell'infinita catena di omicidi che trasforma la terra di nessuno fra gli Stati Uniti e il Messico nell'universo della nostra desolazione. Tutte queste schegge, e infinite altre, si possono in effetti raccogliere entrando in "2666" da un ingresso qualsiasi; ma fin dall'inizio il libro era fatto per diventare quello che oggi il lettore italiano ha modo di conoscere: un immenso corpo romanzesco oscuro e abbacinante, da percorrere seguendo una sola, ipnotica illusione - quella di trovare il punto nascosto in cui finiscono, e cominciano, tutte le storie.

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Mangialibri

2666Mangialibri

In quelli che si sarebbero rivelati gli ultimi anni della sua vita, un Roberto Bolaño già gravemente malato lavorava al suo progetto editoriale più ambizioso, un libro elefantiaco, una summa letteraria, forse un testamento: riuscì a completarlo ma non a ultimarne la revisione (il senso del titolo per esempio è avvolto tuttora nel mistero, forse era solo un titolo di lavorazione oppure secondo alcuni si allude al numero di anni intercorso tra la creazione di Adamo e l’Esodo), ciononostante – come altri lavori incompleti lasciati da Bolaño – 2666 fu pubblicato, postumo. Leggi tutta la recensione

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