L’Abbazia tra gli ulivi

‘L’Abbazia tra gli ulivi’ narra vicende che si svolgono in Gargano all’inizio della primavera del 1556. La narrazione si snoda lungo i sentieri della ‘Montagna Sacra’: inizia sulle mulattiere ai bordi del lago di Varano, condivide i ritmi di vita propri dell’Abbazia di Calena, termina nella Grotta dell’Arcangelo Michele a Monte Sant’Angelo. 
Il Gargano è periferia del Regno di Napoli, assoggettato alla Corona di Aragona. Il Mare Adriatico è crogiolo di interessi contrastanti: su di esso si affacciano etnie e culture diverse (Regno di Napoli, Stato Pontificio, Repubblica di Venezia, Repubblica di Ragusa, Impero Ottomano…), scorrazzano flotte corsare e ciurme piratesche. L’Europa vive profondi sconvolgimenti economici, politici, religiosi, sociali.
Gabriel, monaco galiziano, pellegrino diretto in Terra Santa, è l’‘io-narrante’. La storia di Gabriel interseca le storie di Raphaël, già lanzichenecco bretone, Mëcaëlë, capraio garganico, Benedicto, Abbate di Calena, …  
L’Abbazia di Calena, già ricchissima e potente, è intenta a contenere la situazione economica deprimente, a valorizzare il ruolo culturale acquisito durante secoli, ad arginare le mire di possesso di un feudatario. I Canonici, guidati da Benedicto, perseguono con dedizione e tenacia i dettami della Regola (‘Ora, Lege, Labora’), tra l’indigenza della più gran parte della popolazione e l’opulenza di pochi possidenti, arroganti nelle loro Case-Castello.
Le vicende si susseguono, ora usuali ora impreviste, in un’atmosfera semplice, umanissima anche quando crudele, pervasa da afflati di spiritualità.

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