Fu il giovane Holden

Gianni, lo strambo narratore di questa singolare storia, proprio come Holden, l’indimenticato protagonista del capolavoro di Salinger degli anni ‘50, è ricoverato in un non definito istituto. È al tramonto della sua ormai lunga vita e ripensa all’eroe di quel famoso odiato-amato libro, che per lui è stato mentore e ispiratore. 
Holden, a diciassette anni, ha raccontato tre giorni dell’anno precedente dopo essere stato cacciato dall’ennesima scuola. Gianni, ultra settantenne, racconta i trascorsi decenni.
Mentre “l’altro” Holden sognava di salvare i bambini che giocavano nel campo di segale dal cadere nel baratro della vita degli adulti ipocriti, Gianni, a diciannove anni, bivaccando in piazza Martinez come un barbone, salvò i fanciulli che attraversavano la strada e rischiavano di mischiarsi sul marciapiede con i falsi adulti, premurosamente indaffarati a raggiungere ignoti destini. 
Un prete e poi una chiesa salvarono quell’”ateo agnostico”, randagio e rabbioso, avverso ai bugiardi. Lo incoraggiarono a studiare, a laurearsi, a sposarsi. Ebbe un figlio e una nipotina neri come il carbone. 
“Salvò” molti innocenti e aiutò tanti senza casa con i quali aveva un rapporto speciale e una singolare attrazione.
E fino all’ultimo fu il giovane Holden. E tutto il resto.

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