Tanti piccoli fuochi
- Autore
- Celeste Ng
- Editore
- Bollati Boringhieri
- Pubblicazione
- 19/04/2018
- Categorie
Benintenzionati, democratici e ricchi, gli abitanti di Shaker Heights, Ohio.
Fino all’arrivo di Mia, quieta, artistica e ribelle.
«Ho amato Tanti piccoli fuochi. Forse il romanzo che ho amato di più quest’anno. »
John Green, autore di Colpa delle stelle
«Acuto, saggio e tenero. È una meraviglia. »
Paula Hawkins, autrice di La ragazza del treno
«La magia di questo romanzo sta nel racconto di tante vite, tutte nascoste in una bolla di artefatta perfezione. Fino a quando non scoppia l’incendio. Chi ha appiccato tanti piccoli fuochi? Noi intanto proseguiamo nella lettura per scoprirlo, ma se guardiamo bene potremmo essere proprio noi a stringere la cenere tra le dita. »
The New York Times Book Review
«Un ritratto complesso e accattivante di una cittadina apparentemente perfetta, dove segreti oscuri vengono gettati alla ribalta in un rogo metaforico e reale.»
Publishers Weekly
«Vincitore del Best Fiction Award 2017 di Goodreads»
«Nella top 10 dei bestseller del «New York Times» fin dall’uscita.»
1998, Shaker Heights, Cleveland, Ohio. Una comunità fondata su un insediamento Shaker e popolata da una maggioranza di benintenzionati democratici e abbienti, seguaci, anche se non proprio rigorosi, delle drastiche regole di vita stabilite dai loro predecessori.
E due protagoniste diversissime: Mrs Richardson, quattro figli, perfezionista, impegnata in attività benefiche, ricca, che incarna la filosofia Shaker; Mia, madre single che ha scelto una vita itinerante fatta di lavori saltuari per dedicare tutto il tempo libero alla fotografia artistica, al momento occupata come domestica in casa Richardson in cambio di un piccolo alloggio.
All’inizio troviamo Mrs Richardson in strada, davanti alle rovine fumanti della sua bellissima casa. Qualcuno ha appiccato un piccolo fuoco in ciascuna delle sue stanze perfette.
Il dito della signora punta subito su Izzy, la più piccola dei suoi figli, una pecora nera appena adolescente, ora in fuga per chissà dove.
Anche Mia ha una figlia adolescente, Pearl, che ha fatto amicizia con i ragazzi Richardson, si trova benissimo a Shaker Heights e convince la madre a metter fine al vagabondaggio… Allora come mai quella che dovrebbe essere una svolta decisiva nella vita delle due donne diventa invece un problema, e non solo per loro?
Accade quando una vecchia amica di Elena Richardson adotta una neonata abbandonata da una giovanissima cinese. La madre, clandestina, si pente presto del suo gesto, reclama la piccola, e nasce una battaglia per la custodia che divide l’intera città, con Elena e Mia su due fronti opposti. Nella mente della democratica Mrs Richardson scatta il sospetto che Mia nasconda un passato torbido, ma la sua indagine ossessiva avrà un costo altissimo per tutti.
Lo stile fluido di Celeste Ng viene paragonato dalla critica americana a quello di Elena Ferrante, e la trama è tipica del romanzo popolare: segreti, agnizioni, rivelazioni sorprendenti. E sullo sfondo controversi, attualissimi, problemi sociali: immigrazione, povertà, razza, adozioni, e diffusa ipocrisia, non solo istituzionale.
Fino all’arrivo di Mia, quieta, artistica e ribelle.
«Ho amato Tanti piccoli fuochi. Forse il romanzo che ho amato di più quest’anno. »
John Green, autore di Colpa delle stelle
«Acuto, saggio e tenero. È una meraviglia. »
Paula Hawkins, autrice di La ragazza del treno
«La magia di questo romanzo sta nel racconto di tante vite, tutte nascoste in una bolla di artefatta perfezione. Fino a quando non scoppia l’incendio. Chi ha appiccato tanti piccoli fuochi? Noi intanto proseguiamo nella lettura per scoprirlo, ma se guardiamo bene potremmo essere proprio noi a stringere la cenere tra le dita. »
The New York Times Book Review
«Un ritratto complesso e accattivante di una cittadina apparentemente perfetta, dove segreti oscuri vengono gettati alla ribalta in un rogo metaforico e reale.»
Publishers Weekly
«Vincitore del Best Fiction Award 2017 di Goodreads»
«Nella top 10 dei bestseller del «New York Times» fin dall’uscita.»
1998, Shaker Heights, Cleveland, Ohio. Una comunità fondata su un insediamento Shaker e popolata da una maggioranza di benintenzionati democratici e abbienti, seguaci, anche se non proprio rigorosi, delle drastiche regole di vita stabilite dai loro predecessori.
E due protagoniste diversissime: Mrs Richardson, quattro figli, perfezionista, impegnata in attività benefiche, ricca, che incarna la filosofia Shaker; Mia, madre single che ha scelto una vita itinerante fatta di lavori saltuari per dedicare tutto il tempo libero alla fotografia artistica, al momento occupata come domestica in casa Richardson in cambio di un piccolo alloggio.
All’inizio troviamo Mrs Richardson in strada, davanti alle rovine fumanti della sua bellissima casa. Qualcuno ha appiccato un piccolo fuoco in ciascuna delle sue stanze perfette.
Il dito della signora punta subito su Izzy, la più piccola dei suoi figli, una pecora nera appena adolescente, ora in fuga per chissà dove.
Anche Mia ha una figlia adolescente, Pearl, che ha fatto amicizia con i ragazzi Richardson, si trova benissimo a Shaker Heights e convince la madre a metter fine al vagabondaggio… Allora come mai quella che dovrebbe essere una svolta decisiva nella vita delle due donne diventa invece un problema, e non solo per loro?
Accade quando una vecchia amica di Elena Richardson adotta una neonata abbandonata da una giovanissima cinese. La madre, clandestina, si pente presto del suo gesto, reclama la piccola, e nasce una battaglia per la custodia che divide l’intera città, con Elena e Mia su due fronti opposti. Nella mente della democratica Mrs Richardson scatta il sospetto che Mia nasconda un passato torbido, ma la sua indagine ossessiva avrà un costo altissimo per tutti.
Lo stile fluido di Celeste Ng viene paragonato dalla critica americana a quello di Elena Ferrante, e la trama è tipica del romanzo popolare: segreti, agnizioni, rivelazioni sorprendenti. E sullo sfondo controversi, attualissimi, problemi sociali: immigrazione, povertà, razza, adozioni, e diffusa ipocrisia, non solo istituzionale.
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