L'ispettore generale

Dostoevskij affermerà, riferendosi alla propria generazione di intellettuali e narratori: “Siamo tutti usciti da Il cappotto di Gogol’”. In effetti, col senno di poi, è difficile negare a Gogol’ il ruolo di ispiratore principale di gran parte della letteratura russa (e non solo) a lui successiva. Il suo senso del grottesco, mai fine a se stesso e sempre indirizzato a una rappresentazione deformata e per questo iperrealistica della verità, è diventato un faro letterario la cui luce si è espansa ben oltre i confini della madrepatria. La produzione teatrale, spesso messa in ombra dalla fama delle Anime morte e del Cappotto, è una parte fondamentale del lascito di Gogol’. In questo volume una grande traduttrice e studiosa come Serena Prina ci permette di avvicinarci al meglio a questi capolavori dell’arte drammatica e della letteratura russa.

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