Fuoco e sangue: Raccolta antologica

Un viaggio nel mondo variegato del fantasy e della fantascienza soft: eroi, vampiri, dèi, angeli e demoni vi terranno incollati alle pagine e vi condurranno nel loro mondo, tanto che non vorrete più uscirne.
Perché solo la fantasia è in grado di portarci ovunque...

Estratto

30 maggio 1431, Rouen.

Ogni volta che il Signore chiamava Gabriel, il suo fido messaggero, egli rispondeva. Dall’alba dei tempi l’Onnipotente, nella sua immensa saggezza, sceglieva le pedine più adatte a combattere contro il male presente sulla terra e l’arcangelo, con immenso orgoglio, portava la sua parola e il suo conforto a quelle anime prescelte. Era successo lo stesso con Giovanna D’Arco, colei che gli umani chiamavano la Pulzella d’Orléans. Aveva solo tredici anni quando le aveva fatto visita per la prima volta, mettendola a parte del fato che il Signore dei cieli aveva in serbo per lei. Era una ragazzina molto bella, ma soprattutto era dotata di un animo buono e generoso. All’inizio si era spaventata, apprendendo del compito che l’attendeva, ma alla fine aveva accolto il suo destino, accettando anche le conseguenze a cui questa scelta l’avrebbe condotta.
Sotto la sua guida, la Francia aveva riportato innumerevoli vittorie sull’Inghilterra, durante la Guerra dei Cent’anni, ma si sa, gli uomini sono una specie subdola e crudele e, come era avvenuto in passato per tutti i profeti di Dio, anche Giovanna, alla fine, fu perseguitata. Catturata dai Borgognoni davanti a Compiègne, era stata venduta agli inglesi, che l’avevano sottoposta a un processo per eresia, condannandola al rogo.
Quando Gabriel arrivò nella prigione di Rouen era ormai l’alba. Il misericordioso padre celeste gli aveva ordinato di raggiungere Giovanna nella sua cella per rasserenarne gli ultimi momenti, prima della sua ascesa ai cieli. Nessuno lo vide giungere e attraversare i corridoi delle anguste prigioni. La sua essenza angelica celò le sue fattezze a occhio umano e poté passare inosservato. Trovò la Pulzella denutrita e debole, tuttavia il suo volto era sereno.
«Giovanna!» esclamò rendendosi visibile a lei sola, come accadeva sempre.
La ragazza alzò il capo, al suono di quella voce familiare. «Gabriel!» esclamò regalandogli uno dei suoi dolci sorrisi.
L’arcangelo si sentì stringere il cuore, ma non poté fare altro che sedersi accanto alla fanciulla per donarle il proprio conforto, rassicurandola che presto avrebbe smesso di soffrire.
La Pulzella annuì. Non c’erano pretese di salvezza nel suo sguardo: era rassegnata al destino che il Padre aveva scelto per lei.
Avrebbe affrontato l’ultima sfida, quella con la morte, senza tirarsi indietro.
Sarebbe stata la sua ultima battaglia, quella più ardua.

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