Soprannome dreamer e altre fantasie esistenziali (Ritorno in città)

Mi piace guardare
dove la luce del giorno scompare,
il lato buio sopra cui siamo sospesi, l’ombra in cui ci muoviamo.
L’incubo quotidiano, l’inganno,
la fuga onirica, dove l’apparenza
è soltanto lo scomodo involucro
in cui ci mostriamo. La realtà parallela che, nostro malgrado, ci accompagna quotidianamente. Una piccola strada,
un vicolo cieco, la linea indefinita
che ci sembra di intravedere.
Questo è ciò che mi attrae
e nel quale mi perdo,
nella vaga illusione di ritrovarmi.

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