I signori del cibo. Viaggio nell'industria alimentare che sta distruggendo il pianeta
- Autore
- Liberti Stefano
- Editore
- Minimum fax
- Pubblicazione
- 22/09/2016
- Valutazione
- 1
- Categorie
Secondo previsioni dell’Onu, nel 2050 saremo 9 miliardi di persone sulla Terra. Come ci sfameremo, se le risorse sono sempre più scarse e gli abitanti di paesi iperpopolati come la Cina stanno repentinamente cambiando abitudini alimentari? La finanza globale, insieme alle multinazionali del cibo, ha fiutato l’affare: l’overpopulation business.Dopo A Sud di Lampedusa e il successo internazionale di Land grabbing, Stefano Liberti ci presenta un reportage importante che segue la filiera di quattro prodotti alimentari – la carne di maiale, la soia, il tonno in scatola e il pomodoro concentrato – per osservare cosa accade in un settore divorato dall’aggressività della finanza che ha deciso di trasformare il pianeta in un gigantesco pasto.Un’indagine globale durata due anni, dall’Amazzonia brasiliana dove le sconfinate monoculture di soia stanno distruggendo la più grande fabbrica di biodiversità della Terra ai mega-pescherecci che setacciano e saccheggiano gli oceani per garantire scatolette di tonno sempre più economiche, dagli allevamenti industriali di suini negli Stati Uniti a un futuristico mattatoio cinese, fino alle campagne della Puglia, dove i lavoratori ghanesi raccolgono i pomodori che prima coltivavano nelle loro terre in Africa.Un’inchiesta che fa luce sui giochi di potere che regolano il mercato del cibo, dominato da pochi colossali attori sempre più intenzionati a controllare ciò che mangiamo e a macinare profitti monumentali. Questa inchiesta è stata realizzata grazie al sostegno di Fondazione Charlemagne Onlus e Coop.
Condividi questo libro
Recensioni e articoli
I signori del cibo — Mangialibri
Il processo di concentrazione della produzione del cibo è iniziato alla fine del secolo scorso ed ha avuto un incremento negli ultimi dieci anni grazie a (o per colpa di) molte banche d’affari e investitori che, penalizzati dalla crisi finanziaria, hanno pensato di investire in un settore sicuro, quello dell’alimentazione. E così l’insolita fusione tra finanza e grandi gruppi Leggi tutta la recensione
Registrati o Accedi per commentare.