Come vivremo su Marte

La nostra prossima casa la affitteremo in un altro pianeta del sistema solare. Trascorreremo le vacanze estive sulla Luna e nelle sere d’agosto ci ritroveremo a brindare a un cocktail party in qualche catena alberghiera su Marte. Tutto intorno a noi vedremo l’infinito, il firmamento, ascolteremo la musica abissale dei buchi neri, contempleremo quella sfera sublime e ridicola che è la Terra. Dopo millenni passati ad alloggiare sulla superficie terrestre – a camminarci, a inalarne gli odori e a solcarne il cielo e i mari – l’uomo sta per cambiare dimora. Probabilmente non avverrà domani, ma è certo che in un futuro non troppo remoto questo sogno sarà alla nostra portata.
Eppure, nello spazio sembra mancare tutto ciò di cui abbiamo bisogno per sopravvivere: l’acqua, la gravità, l’aria. Mancano tutte le nostre irrinunciabili comodità, come profumate toilette, cibi esotici, la possibilità di fare romantiche camminate o di contemplare la variopinta bellezza dei fiori. Come reagirebbero il nostro corpo e la nostra psiche a tutte queste privazioni? Cosa succederebbe se durante il viaggio ci trovassimo a vomitare nel nostro casco da astronauti? Se fossimo costretti per settimane a non curare la nostra igiene? Se nei lunghi viaggi a bordo delle navicelle ci fosse precluso di fare l’amore? Per dare una risposta a tutti questi quesiti le agenzie spaziali hanno allestito sulla Terra innovativi e bizzarri ambienti per simulare le situazioni più estreme: prove dure e allo stesso tempo stravaganti alle quali deve sottoporsi chiunque desideri avventurarsi nell’universo.
Con il suo avvincente stile narrativo Mary Roach descrive in modo arguto, divertente e irriverente tutti i compromessi che dovremmo accettare per lasciare il nostro pianeta e andare a vivere su Marte, raccontando aneddoti e incidenti – spesso tragicomici – capitati agli astronauti mentre si trovavano a fluttuare nel cosmo. Come vivremo su Marte non è solo una sorprendente guida per la sopravvivenza nello spazio, ma un’esplorazione di ciò che significa essere umani, con i nostri limiti, le nostre fragilità biologiche e culturali. A quanta normalità sapremo rinunciare? Per quanto tempo? E come ci trasformerà questa nuova vita?

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Come vengono selezionati i candidati più adatti alle missioni spaziali, anche e soprattutto dal punti di vista psicologico? In che modo vengono misurate la loro resistenza allo stress, alla noia (“Avrei dovuto portarmi dei cruciverba”, confessò sconsolato l’astronauta dell’Apollo 17 Gene Cernan parlando del suo viaggio sulla Luna), al lavoro ripetitivo, alle condizioni di vita Leggi tutta la recensione

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