Bestiario napoletano


Le categorie umane e animali che abitano Napoli e la percorrono accompagnano il lettore dentro quell'umanità speciale che da sempre la abita.



Sulle prime ci vengono incontro le rinnovate specie antropologiche che affollano il panorama urbano: le 'pèrete' ingioiellate o impellicciate, che sono altra cosa dalle 'cacatronnole' o dalle 'zeze'; i 'chiattilli', intenti a sfarfalleggiare in piazza dei Martiri, da non confondere con i 'chiachielli'. Ma le bestie più affascinanti disseminate nei luoghi, nella letteratura e nella pittura sulla città sono senza dubbio quelle antiche: dalle piccolissime, come la cicala di rame appesa a San Gennariello all'Olmo, ai coccodrilli di cui scrisse Croce, una volta di casa nel fossato del Maschio Angioino. Titti Marrone, "Il Mattino"



Bestiario napoletano restituisce al lettore la fisionomia magica e irregolare di un'umanità incognita, che sfugge all'osservatore esterno o frettoloso. Una topografia umana e sentimentale della città. Claudio Finelli, "Le Monde diplomatique/il manifesto"

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Mangialibri

Bestiario napoletanoMangialibri

Le “zoccole” a Napoli ci sono sempre state, erano le prostitute che calzavano zoccoli rumorosi, tanto da essere udibili perché scarsamente visibili nel buio della notte. Il termine riecheggia quello usato per le pantegane che anch’esse a frotte, ai tempi del malgoverno spagnolo, infestavano le strade. Leggi tutta la recensione

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