Storia di un'emigrante alcamese
- Autore
- Eliana Sciacca
- Pubblicazione
- 21/06/2018
- Categorie
Sullo sfondo del dramma dell’emigrazione siciliana tra il diciannovesimo e il ventesimo secolo, protagonisti di opposta condizione sociale si trovano sorprendentemente a far parte di uno stesso scenario, tra nuovi entusiasmi per un Nuovo Mondo in totale ascesa e un’Europa che vive cambiamenti epocali nella vita di tutti i giorni. Da un lato, sterminate masse povere convinte da abili descrizioni fantastiche a raggiungere gli Stati Uniti per trovare chissà quale tesoro, (che effettivamente, qualcuno raggiungerà), dall’altro il gran mondo intrattenuto da feste, balli, cene, e nuovi divertimenti che non facevano ancora parte del quotidiano, come la cara automobile!
Si tratta di un romanzo certamente non statico, che fa viaggiare il lettore insieme ai protagonisti della storia: il primo tragitto lo farà insieme a Rosario Presti, da Palermo direzione New York; nel secondo accompagnerà la moglie di questi, Rosa Accurso, con lo stesso itinerario ma con un esito opposto a quello intrapreso dal marito; il terzo, invece, riguarderà un altro personaggio principale, Antonio Abbate, che torna nella sua amatissima Palermo per visitare la famiglia d’origine, e che salperà da New York, facendo un percorso opposto. Saranno dei viaggi fisici che li formeranno, e li accompagneranno nella loro crescita personale, con tutto il carico di esperienze e incontri che ne comporta.
Personaggi europei ed americani vissuti tra fine Ottocento e primo cinquantennio del Novecento, -la famiglia poliedrica dei Florio, i magnati dell’industria americana John Rockefeller e Andrew Carnegie, gli eroi dell’unificazione italiana Giuseppe e Stefano Triolo di Sant’Anna, il parroco degli ultimi, Don Giuseppe Rizzo, per esempio- vengono visti nella loro vita quotidiana con una lente di ingrandimento che ci obbliga a rivedere il concetto secondo il quale i grandi sarebbero diversi dal popolino: a dispetto di grandi magioni e abitudini talvolta bizzarre in cui il racconto si inserisce non lesinando particolareggiate descrizioni, essi si mostrano in tutta la loro splendida umanità, ed il lettore avrà la sensazione di entrare in profonda intimità con loro, quasi si trattasse dei suoi amici.
Rosa, insieme a Rosario ed Antonio, fa parte della triade sulla quale ruota tutta la vicenda: da donna relegata tra le mura domestiche nella cittadina natale -Alcamo, nei dintorni del capoluogo Trapani – a partecipante attiva della società americana grazie al lavoro di operaia in una grande industria italiana, dopo un primo prevedibile smarrimento nella Nuova York dell’epoca (come i siciliani chiamavano la Grande Mela), talmente diversa oltre che nell’aspetto, parimenti nelle abitudini dagli abitanti dell’isola italiana. Tenacemente, ella riesce, giorno dopo giorno, passettino dopo passettino, a farsi accettare incondizionatamente dal nuovo ambiente nel quale si inserisce. Anche Rosario, da grande lavoratore qual’era, ha in riserbo lo stesso roseo destino della sua consorte, e dopo una lunga gavetta da operaio, cambia in meglio la propria situazione economica, riuscendo a realizzare il proprio sogno di uscire dalla condizione di povertà. Ed infine Antonio Abbate, che non conosce affatto la disperazione degli emigranti, avendo al proprio seguito uno stuolo di domestici, una famiglia blasonata alle spalle, ed amicizie brillanti sulle quali contare; la fortuna materiale non impedisce al suo cuore e alla sua anima di mostrare il loro lato migliore, incontrando il favore di tutti quelli che incontra nel suo cammino. Inciamperà in un unico ostacolo, che però contribuirà a far apprezzare in tutta la sua essenza il personaggio, fortissimo e fragilissimo al medesimo istante.
Si tratta di un romanzo certamente non statico, che fa viaggiare il lettore insieme ai protagonisti della storia: il primo tragitto lo farà insieme a Rosario Presti, da Palermo direzione New York; nel secondo accompagnerà la moglie di questi, Rosa Accurso, con lo stesso itinerario ma con un esito opposto a quello intrapreso dal marito; il terzo, invece, riguarderà un altro personaggio principale, Antonio Abbate, che torna nella sua amatissima Palermo per visitare la famiglia d’origine, e che salperà da New York, facendo un percorso opposto. Saranno dei viaggi fisici che li formeranno, e li accompagneranno nella loro crescita personale, con tutto il carico di esperienze e incontri che ne comporta.
Personaggi europei ed americani vissuti tra fine Ottocento e primo cinquantennio del Novecento, -la famiglia poliedrica dei Florio, i magnati dell’industria americana John Rockefeller e Andrew Carnegie, gli eroi dell’unificazione italiana Giuseppe e Stefano Triolo di Sant’Anna, il parroco degli ultimi, Don Giuseppe Rizzo, per esempio- vengono visti nella loro vita quotidiana con una lente di ingrandimento che ci obbliga a rivedere il concetto secondo il quale i grandi sarebbero diversi dal popolino: a dispetto di grandi magioni e abitudini talvolta bizzarre in cui il racconto si inserisce non lesinando particolareggiate descrizioni, essi si mostrano in tutta la loro splendida umanità, ed il lettore avrà la sensazione di entrare in profonda intimità con loro, quasi si trattasse dei suoi amici.
Rosa, insieme a Rosario ed Antonio, fa parte della triade sulla quale ruota tutta la vicenda: da donna relegata tra le mura domestiche nella cittadina natale -Alcamo, nei dintorni del capoluogo Trapani – a partecipante attiva della società americana grazie al lavoro di operaia in una grande industria italiana, dopo un primo prevedibile smarrimento nella Nuova York dell’epoca (come i siciliani chiamavano la Grande Mela), talmente diversa oltre che nell’aspetto, parimenti nelle abitudini dagli abitanti dell’isola italiana. Tenacemente, ella riesce, giorno dopo giorno, passettino dopo passettino, a farsi accettare incondizionatamente dal nuovo ambiente nel quale si inserisce. Anche Rosario, da grande lavoratore qual’era, ha in riserbo lo stesso roseo destino della sua consorte, e dopo una lunga gavetta da operaio, cambia in meglio la propria situazione economica, riuscendo a realizzare il proprio sogno di uscire dalla condizione di povertà. Ed infine Antonio Abbate, che non conosce affatto la disperazione degli emigranti, avendo al proprio seguito uno stuolo di domestici, una famiglia blasonata alle spalle, ed amicizie brillanti sulle quali contare; la fortuna materiale non impedisce al suo cuore e alla sua anima di mostrare il loro lato migliore, incontrando il favore di tutti quelli che incontra nel suo cammino. Inciamperà in un unico ostacolo, che però contribuirà a far apprezzare in tutta la sua essenza il personaggio, fortissimo e fragilissimo al medesimo istante.
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