Chantal e l'illusione dell'arte

L'incessante e infruttuosa ricerca del significato della bellezza spingono un professore di storia dell'arte ad una vita preda del consumo, dove l'unica esistenza, dal significato tangibile, è un altalenarsi fra maschilismo, morbosità e pornografia. Accecato dal desiderio la pratica della sodomia sessuale diviene unica, ripetitiva costante della sua vita, celando in realtà il fallimento dell'uomo nell'affrontare una vita sospesa. Unici punti fermi nella sua esistenza sono la ricerca della bellezza come canone, il padre e l'amato cane, che costantemente gettano un'ancora di verità e salvezza nel mare di incertezza, in cui sia il professore che le donne da lui usate e abusate affogano senza freni. Ma una verità rovinosa aspetta dietro l'angolo, riversando sulla testa dell'uomo tutte le risposte alla futilità di un'esistenza materiale e povera di valori, destinata a spegnersi senza essere ricordata. E senza alla fine trovare una risposta alla domanda sulla bellezza e l'arte. In un testo destinato a suscitare nel lettore reazioni viscerali, l'autore tratteggia il dipinto di un'esistenza priva della capacità di amare sinceramente, prodotto di un consumismo avido, possessivo e bavoso.

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