Chi lingua ha a Roma va

R. è un ragazzo che necessita di una svolta. La costante incertezza riguardo al suo futuro, un’insoddisfazione cronica della propria vita e la curiosità pressante verso nuove esperienze lo portano ad intraprendere il primo viaggio da solo lungo il Cammino di Santiago. La leva che scatena il suo movimento è una fresca delusione amorosa che lo aiuta a sconfiggere la paura dell’ignoto e ad affrontare i problemi a viso aperto.
Lungo la via s’imbatte in un contesto nel quale le persone, vivendo nel minimalismo e lontano dagli standard che la società impone, riescono finalmente a mostrare il lato migliore di sé attraverso la fatica, l’ascolto e l’auto-analisi.
Nonostante il suo iniziale spirito di evasione,si trova costretto a fare delle scelte: dall’abbandono di individui scomodi, all’unione con altri più propedeutici alla sua crescita. Capisce in fretta che per rispondere alle sue domande, necessita di instaurare legami. In particolare, R. si lega a Donato, un sessantenne di Lecco, al catalano Jorge e ad una ragazza, Sara, con cui instaura un’inaspettata relazione amorosa.
Tramite queste tre persone, ridiscute il rapporto con il padre, sperimenta nuove vedute e assapora il bello quotidiano di un legame.
Quando torna è cosciente di essere cambiato ma capisce in fretta che il miglior modo per fermarsi a riflettere sulla propria vita è mettersi in movimento.

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