Lo studio per villa di Antonio Sant'Elia: Milano, Vienna, Roma: Published in Opus 1/2017. Quaderno di storia architettura restauro disegno

Nel numero 1 della seconda annualità, datato 1° gennaio 1909, la rivista La Casa pubblica i disegni di uno «studio per villa» inviati «dal signor Antonio Sant'Elia – Milano» con «brevi parole di commento». Il lavoro si compone di tre tavole grafiche, due delle quali (la prospettiva di scorcio dell'esterno intitolata veduta d'insieme (fig. 1) e quella centrale dell'interno che descrive una parete della sala da pranzo) vengono recensite dalla redazione, che invece ignora del tutto la pianta del piano terra (in scala 1:200). Va subito notato come i disegni presentino evidenti approssimazioni, forse espedienti adottati per evitare scorci eccessivi. Nella veduta esterna, la piscina in primo piano è infatti rappresentata con uno dei due lati parallelo alla cornice della tavola, ma, risultandone sconosciuta la geometria d'impianto (rettangolare o meno), ogni osservazione in merito al disegno resta sospesa. Insolita è inoltre la rappresentazione del fianco destro dell'edificio, i cui piani non hanno il medesimo punto di fuga. Altrettanto insolita risulta la quota dell'osservatore che viene posta a circa 4 m, specie in considerazione dell'altezza di circa 50 cm di una delle fasce della zoccolatura; tale scelta sembra motivata dal fatto che ad altezza normale non sarebbero risultate visibili le aperture sulla terrazza. A ciò va aggiunto il fatto che la pavimentazione perimetrale della villa presenta fughe tra loro equidistanti, quasi si trattasse di una costruzione assonometrica. Analoghe incongruenze si rilevano nella prospettiva centrale della sala da pranzo (fig. 2), in cui appare evidente l'aberrazione della trama a scacchiera del tappeto, disegnata in modo da evitare eccessive deformazioni dei quadrati che la compongono. Altre aberrazioni sono presenti nella medesima tavola: le linee oblique non hanno tutte il medesimo punto di fuga (come rivelano i bordi superiori delle poltrone, i bordi del tappeto e quelli della stanza) ed inoltre la profondità del «cantuccio per il focolare» non ha corrispondenza in alto, mancando di qualunque accorgimento prospettico. La fascia decorata che lo adorna risulta infine più alta rispetto a quella prossima alla parete.

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