Confessioni di un neet

Con l’acronimo NEET (Not in Education, Employment or Traning) si indicano i giovani che non studiano, non lavorano né sono impegnati in attività di formazione. Il Neet protagonista di questo libro vive a Chioggia, in casa dei genitori, o meglio in una stanza della casa dalla quale esce solo spinto dai bisogni fisiologici, dalle ramanzine del padre o dalla pasta al forno della madre. Il grosso della giornata lo trascorre tra letto e computer in compagnia di Asia e Nina, due gatte oltremodo schiette, che non si astengono da aspre critiche nei confronti del loro “padrone”. Il nostro Neet si autodefinisce «rivoluzionario»: non vuole un lavoro, che gli appare tanto alienante quanto carico d’illusioni per chi lo ottiene nella speranza di fare carriera, e non vuole neanche una relazione che, insieme all’amore, considera solo fonte di ipocrisie, oltre che di inutili responsabilità. Questo giovane uomo trasuda misantropia e disprezzo nei confronti dell’intera società, che ritiene malata nel suo bisogno di finti bisogni. La sua finestra sul mondo è Facebook in cui ritiene un Neet intelligente e consapevole della propria superiorità intellettuale può destreggiarsi ingannando abilmente gli altri. L’alienazione di questo giovane uomo non conoscerà limiti: una volta raccolti i dati che gli occorrono, creerà l’algoritmo della propria personalità digitale, in grado di generare all'infinito dei post coerenti con essa. Al Neet, così, non resterà che smaterializzarsi nella Rete, immergendosi finalmente nello schermo del computer, per non avere più altra vita all’infuori di esso.

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