BORON: Larth, il gladiatore etrusco...

BORON è una semplice, misteriosa indicazione geografica priva di immagini iconografiche di case, templi, riportata sulla Tabula Peutingeriana, una carta degli itinerari militari romani antichi.
Questa Tabula o Carta detta anche Codex Vindobonensis, è conservata nella Hofbibliothek di Vienna (Austria) da parecchi secoli e, nel 2007, è stata inserita nel Registro Storico dell'Umanità dell'UNESCO.
Molti studiosi, storici di cose antiche del passato romano attribuiscono al nome BORON le più disparate località nella regione compresa fra Lunae e il territorio degli antichi Ligures Sengauini.
L'autore del romanzo storico BORON ritiene che codesta località sia da attribuire al "ponte vecchio" come è sempre stato chiamato dagli abitanti del luogo.
Trattasi di antico, suggestivo manufatto risalente ad epoca romana con aggiunte romaniche e tardo medievali riparazioni per avvenuti crolli causati dalle piene del fiume.
L'autore ne ha tratto ispirazione per dare inizio alla storia di BORON quale punto di passaggio obbligato dell'attraversamento del fiume Vara da parte delle legioni romane provenienti dalla Iberia e sbarcate nel golfo della Lunae.
(La Spezia). Questo ponte è stato costruito velocemente dalle truppe del genio romano per consentire alle legioni di attraversare in ogni tempo e avversità meteoriche, le piene del fiume. Questa esigenza dovuta al fatto di potere accorrere tempestivamente a sostegno delle colonie romane di Mediolanum, Placentia, Cremona della pianura dell'Insubria, contro le invasioni degli inarrestabili attacchi delle scorrerie del temibile generale Annibale disceso dalle Alpi, nella seconda guerra Punica.
Il protagonista principale è il valoroso gladiatore Larth. Uno schiavo etrusco inquadrato per la prima volta nella XXXV legione indomita in qualità di legionario velite che si confronta con una giovane recluta romana (tirones), di cui lui è stato addestratore in Campo Marzio a Roma e ne diventa anche protettore, mentore.
Altri personaggi hanno un ruolo importante nella storia e sono di contorno ai personaggi principali e danno alla storia dei grandi fatti d'arme, l'umanità che crede in un futuro migliore, in un progresso più prospero.
Quindi avviene pure la descrizione dell'incontro fra i tecnologicamente progrediti romani con le popolazioni locali, legate alle semplici tradizioni tribali. Il cambiamento che questo incontro di popoli comporta sul piano economico-sociale e la relativa emarginazione dei nativi che si vedono culturalmente sopravanzare dai nuovi arrivati, sentiti come estranei.
Larth rappresenta il coraggio verso l'incognito, la forza e l'esperienza acquisita nel combattimento corpo a corpo per i lunghi anni passati nelle arene e diventa il mentore protettore del giovane tirones romano Marzio. Non mancano i punti di contrasto con lui "romano" mentre lui, in quell'occasione militare è stato fatto liberto, e perciò, solo ora, si permette di parlare con i commilitoni romani in etrusco, sbeffeggiandoli in una specie di "slang" latino e spiegando loro il perché.
Naturalmente la storia è molto complessa e richiederebbe uno spazio maggiore di quanto è a disposizione per farne riassunto.
L'autore quindi, augura ai lettori e a quanti vorranno "aprire" il libro una buona e lieta lettura.

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