Le pietre verbali

Attraverso i punti di vista dei tre protagonisti, Maria Corti crea l’affresco di un’epoca di grandi scontri e turbamenti, abitato da numerose citazioni e riferimenti alla letteratura e alla musica. A tratti lirico, a tratti realista, questo è uno dei libri più amati, letti e tormentati della scrittrice.
Siamo negli anni immediatamente precedenti il Sessantotto, l’ondata contestataria sta per arrivare e il professor Berto Casati, che insegna lettere al liceo Beccaria di Milano, ne capta i segnali a partire dal mutamento del linguaggio dei suoi studenti. Un gergo nuovo e apparentemente innocuo che però segna una distanza profonda tra le due generazioni e anticipa i cambiamenti che investiranno la normale dialettica sociale e politica. Sua figlia stessa, la giovane e brillante Donatella, prende le distanze dalla cultura che le è stata trasmessa e vive intensamente e con uno sguardo irriverente discussioni politiche e passioni. Marta Torci – il trasparente anagramma del cognome sottolinea l’autobiografismo della narrazione – docente dell’università di Pavia, assiste alla trasformazione delle gioiose parole di libertà del movimento in slogan e parole d’ordine freddi e tetri.

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il soggetto è storico: la presa da parte dei Turchi, nel tardo quattrocento, della cittadina puglise d’Otranto. Ma io, più che il soggetto, lo chiamerei lo sfondo, tutt’altro che decorativo ma vivo e vero nel suo tumultuare di galeoni, di scimitarre e di bombarde, se non addirittura un felice pretesto, tanto per dar motivo alla mano, e soprattutto all’estro e al cuore, di muoversi e ...