Amata nobis (Battitore libero)

1528. Nella rocca di Fiano si celebra uno degli ultimi processi per stregoneria.
L’imputata è una giovane e affascinante donna, tale Bellezza Orsini, accusata di stregoneria e connivenza col diavolo. Il giudice che presiede il tribunale della Santa Inquisizione è l’intransigente Marco Callisto di Todi.
Come molte donne prima di lei arse sul rogo, Bellezza è una sorta di erborista, anticonformista, coraggiosa, intelligente. Troppo in anticipo sui tempi. E, cosa imperdonabile per una donna del suo ceto, sa leggere e scrivere. Personaggio realmente esistito, Bellezza Orsini ha fatto scorrere fiumi di inchiostro e lancia ancora oggi il suo j’accuse contro l’intolleranza e la chiusura mentale di chi giudica senza conoscere.
L’Autrice ne fa un ritratto dolce amaro ricorrendo a un espediente letterario di grande impatto narrativo: sarà proprio Marco Callisto, sul suo letto di morte, a ripercorrere la storia di Bellezza e di coloro i quali, per invidia, rancore e intimi tormenti, hanno tramato contro di lei.
Un caleidoscopio di eventi, sensazioni, fatti storici e immaginazione.

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