Dance per la mente: Estetica ed evoluzione culturale dell’Intelligent Dance Music

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Dance per la mente: Estetica ed evoluzione culturale dell’Intelligent Dance Music
Autore
Giovanni Coppola
Editore
Arcana
Pubblicazione
13/09/2018
Categorie
Cos’è l’Intelligent Dance Music? Come ha fatto un genere di musica elettronica, partito da una nicchia ristretta di artisti nel Regno Unito, a soverchiare valutazioni storiche sulla musica da ballo? Lo sviluppo di quella che venne molto presto definita da critica e appassionati “dance per la mente” è il racconto, che si colloca agli albori degli anni Novanta, della fine di un ciclo e l’inizio di una nuova era. La cosiddetta IDM, nel giro di pochi anni, porta all’interno della cultura da club un’idea completamente rivoluzionaria, ponendo i propri obiettivi sull’estro di una composizione che riesce a fare a meno dei canonici particolari della dance, pur essendone per caratteristiche direttamente associata. L’ascesa repentina della Warp Records di Sheffield – da cui gran parte del movimento “brain dance” deriva – crea talenti in grado di rendere una musica così complessa e singolare un prodotto d’ascolto, adatto anche a chi non aveva mai varcato la soglia di un club prima d’allora. Artisti come Aphex Twin, Boards of Canada, Autechre e The Orb sembrano inconsciamente – eppure abilmente – apprendere tecnicismi e prerogative di composizioni dalla storia: da Beethoven ai Kraftwerk, passando per Luciano Berio e Brian Eno, il metodo viene convertito in una nuova rivoluzione stilistica. Le loro intuizioni finiranno presto per contaminare anche il modo di pensare e di evolversi di un pop che cambierà gli anni Novanta.

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