Francesca - Baci Stampati (Le Calde Estati Vol. 4)
- Autore
- Minosse
- Pubblicazione
- 09/10/2018
- Categorie
Una passione nata tra gli uffici di una grande azienda e che poco a poco travolge i due protagonisti trasformandosi in una storia di Dominazione e sottomissione. I due protagonisti scopriranno insieme un mondo che trasformerà la storia di due amanti in rapporto di appartenenza.
Ambientato nei primi anni ’90, quando immagini, video, scritti, prodotti, BDSM non erano alla portata di tutti come adesso, non esisteva internet, non esistevano social, ognuno viveva il rapporto D/s nel proprio privato senza saper che magari, l’amico/a, il collega, il vicino di casa avevano le stesse esperienze.
Francesca era la centralinista e receptionist degli uffici, aveva un fascino innato ed era molto bella, l'amministratore delegato l'aveva sicuramente scelta per avere un front desk di grande impatto.
Tutte le volte che uscivo ed entravo, scendevo per una pausa lei era lì, con la sua chioma bionda e il sorriso luminoso di bellissimi occhi verdi, al di là di un grande bancone di legno.
Inevitabilmente, passando i giorni e i mesi, io e Francesca eravamo entrati in confidenza e spesso prendevamo il caffè insieme.
Aveva una voce così calda che ti avvolgeva come una tela incantandoti e Il suo sguardo era conturbante. Sempre leggermente profumata di Chanel, amava portare tailleur sotto le cui gonne fascianti si intravedevano spesso i ganci del reggicalze e indossava sempre tacchi alti.
Finimmo naturalmente per raccontarci tutta la nostra vita, le nostre passioni, frustrazioni, gioie, dolori e sogni, anche quelli erotici.
Mi confessò la sua passione per la lingerie e quanto le piaceva essere guardata da occhi curiosi e indagatori, si divertiva a provocare le guardie che lavoravano al suo fianco, sicura che per la posizione e la divisa che indossavano non avrebbero potuto allungare le mani.
La bella receptionist era molto adulata da tutti i visitatori, che spesso si sporgevano oltre il bancone per sbirciare nel suo decolté e osservare le sue belle gambe che amava accavallare seduta sull'alto sgabello. Io, talvolta, mi divertivo a farla uscire dalla sua postazione dietro il bancone e a farla passare davanti alla sala d'aspetto, dove tutti sgranavano gli occhi, per portarla a prendere un caffè nella sala di ristoro. "
Ambientato nei primi anni ’90, quando immagini, video, scritti, prodotti, BDSM non erano alla portata di tutti come adesso, non esisteva internet, non esistevano social, ognuno viveva il rapporto D/s nel proprio privato senza saper che magari, l’amico/a, il collega, il vicino di casa avevano le stesse esperienze.
Francesca era la centralinista e receptionist degli uffici, aveva un fascino innato ed era molto bella, l'amministratore delegato l'aveva sicuramente scelta per avere un front desk di grande impatto.
Tutte le volte che uscivo ed entravo, scendevo per una pausa lei era lì, con la sua chioma bionda e il sorriso luminoso di bellissimi occhi verdi, al di là di un grande bancone di legno.
Inevitabilmente, passando i giorni e i mesi, io e Francesca eravamo entrati in confidenza e spesso prendevamo il caffè insieme.
Aveva una voce così calda che ti avvolgeva come una tela incantandoti e Il suo sguardo era conturbante. Sempre leggermente profumata di Chanel, amava portare tailleur sotto le cui gonne fascianti si intravedevano spesso i ganci del reggicalze e indossava sempre tacchi alti.
Finimmo naturalmente per raccontarci tutta la nostra vita, le nostre passioni, frustrazioni, gioie, dolori e sogni, anche quelli erotici.
Mi confessò la sua passione per la lingerie e quanto le piaceva essere guardata da occhi curiosi e indagatori, si divertiva a provocare le guardie che lavoravano al suo fianco, sicura che per la posizione e la divisa che indossavano non avrebbero potuto allungare le mani.
La bella receptionist era molto adulata da tutti i visitatori, che spesso si sporgevano oltre il bancone per sbirciare nel suo decolté e osservare le sue belle gambe che amava accavallare seduta sull'alto sgabello. Io, talvolta, mi divertivo a farla uscire dalla sua postazione dietro il bancone e a farla passare davanti alla sala d'aspetto, dove tutti sgranavano gli occhi, per portarla a prendere un caffè nella sala di ristoro. "
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