Processi verbali

In dodici brevi racconti De Roberto ci propone una realtà nuda e cruda, senza fronzoli né artifici letterari. Da Il rosario fino a Il viaggio a San Vito, passando per Lupetto(titolo di verghiana memoria) e Pietro Micca, a dominare al di là del verismo è l’impersonalità assoluta. Una sorta di realismo radicale che si ottiene, secondo De Roberto, tramite dialoghi continui, intervallati da poche e concise descrizioni. Le novelle sono come delle piccole commedie o drammi in cui l’unità di tempo e di luogo viene sempre espressa e rispettata. Nella raccolta Processi verbali, pubblicata nel 1889, i personaggi vivono dunque di vita propria. L’autore cerca in maniera evidente di celare il più possibile la propria mano. La rappresentazione del “vero” non può però essere disgiunta dalla “forma” e ciò comporta che la realtà si confonda, infine, con l’illusione.

Federico De Roberto nasce a Napoli il 16 gennaio 1861. Scrittore vicino al verismo e alla poetica naturalista, pubblica varie raccolte di novelle e alcuni romanzi, tra i quali I Viceré (1894) la sua opera più famosa e L’Imperio, rimasto incompiuto. Muore a Catania il 26 luglio 1927.

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